"Riaprite i bar delle Case del popolo"

Anche dall’Empolese Valdelsa si alza forte la richiesta di aiuto. La presidente dei circoli Arci:. "Situazione insostenibile"

EMPOLESE VALDELSA

Fermi da ottobre e con pochi margini di azione anche in zona gialla. Il dramma dei circoli Arci prosegue nonostante l’allentamento, in Toscana, delle misure restrittive per contenere la pandemia: nessuna possibilità di organizzare tutte quelle attività di aggregazione e socialità che caratterizzano la vita delle Case del Popolo e quel che è peggio è che i bar al loro interno non vengono equiparati alle normali attività di somministrazione. Con le regole in vigore, queste ultime possono rimanere aperte al pubblico fino alle 18, mentre quelle che si trovano all’interno dei circoli possono fare soltanto asporto e consegna a domicilio in virtù di un’ordinanza varata da Giani. "E’ una situazione insostenibile – dice la presidente Arci Empolese Valdelsa, Chiara Salvadori – e stiamo combattendo da mesi per essere trattati come gli altri. Quella della somministrazione e dell’impossibilità di aprire anche in zona gialla è una questione difficile da mandar giù: per fortuna in Toscana c’è l’ordinanza che ci autorizza all’asporto e alle consegne a domicilio, altrimenti saremmo chiusi del tutto. Il problema, però, è legato anche a tutte le altre attività che i nostri circoli portano avanti: noi ci finanziamo cosi e se non riusciamo a riattivare niente mettiamo a rischio la sopravvivenza stessa delle Case del Popolo".

L’Empolese Valdelsa ha un numero di circoli e tesserati altissimo in relazione al numero di abitanti e proprio da un consigliere regionale del territorio, Enrico Sostegni, arriva una mozione che impegna la giunta regionale a farsi portavoce presso il Governo per riaprire i bar delle Case del Popolo. "Chiediamo – dicono Sostegni e la consigliera Pd Lucia De Robertis, altra firmataria della mozione – che valga per i circoli sociali e ricreativi quanto già accade per i locali pubblici. L’obiettivo di questa richiesta è fondamentale, solo riattivare questo loro servizio potrebbe permettere di salvarne diversi dal rischio di una chiusura definitiva. Chiediamo inoltre di valutare tutte le iniziative che la Regione può attivare per consentire la sopravvivenza della rete dei circoli ricreativi e culturali nel territorio regionale, con particolare riguardo per quelli attivi nei territori marginali e meno popolati. Inoltre, chiediamo che il Consiglio regionale coinvolga la commissione Sanità e la Conferenza permanente delle Autonomie sociali, per analizzare lo stato di salute di questa rete sul territorio".

Tommaso Carmignani