Proiettile nella lettera al sindaco. Sale la tensione, indagini serrate

La busta è stata recapitata a casa del padre del sindaco, che è anche presidente dell’Unione dei Comuni. Conteneva un "calibro 12", utilizzato nei fucili da caccia. Gli specialisti dell’Arma cercano impronte

Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni

Il sindaco di Castelfiorentino, Alessio Falorni

Castelfiorentino, 30 gennaio 2023 - Un proiettile è stato recapitato, via posta, ad Alessio Falorni, sindaco di Castelfiorentino e presidente dell’Unione dei Comuni dell’Empolese Valdelsa, anche se l’ente che riunisce le undici cittadine del territorio poco sembra avere a che fare con questa brutta storia. Subito sono scattati l’allarme, il sequestro della lettera e del proiettile, le indagini, le ipotesi e l’indignazione pubblica. "È stata spedita a casa di mio padre" racconta Falorni non appena uscito dalla caserma dei carabinieri dove ha sporto denuncia, al momento contro ignoti.

La busta inviata al sindaco
La busta inviata al sindaco

Certo Falorni non è il primo sindaco a subire minacce. Poche settimane fa era stata la collega di Empoli, Brenda Barnini, a essere vittima dei "pensieri cattivi" di qualche malintenzionato contrario alla realizzazione del nuovo impianto di riciclo di rifiuti nella zona industriale della città. Perché i tre timbri sulla busta già parlano. "Signor Falorni Alessio", c’è scritto sulla busta bianca, rettangolare, di quelle che si acquistano in qualunque tabaccheria o cartolibreria. Ne abbiamo usate a decine quando ancora non preferivamo le mail e i social. Il solerte ’minacciatore’ ha acquistato tre francobolli, tutti timbrati dall’ufficio incaricato della consegna, ed ha imbucato la missiva in chissà quale cassetta. I carabinieri stanno indagando, ma tutto lascia presumere che la busta sia partita da Castelfiorentino, avvalorando l’ipotesi che la minaccia sia legata a chissà quale vicenda di paese.

La busta aveva un rigonfiamento, causato dal proiettile, che nei tanti spostamenti per arrivare a destinazione, ha provocato un piccolo strappo da cui si intravedeva il proiettile. A casa Falorni è scattato l’allarme. Avvertito il figlio-sindaco, chiamati i carabinieri. La lettera è ora in mano ai reparti specializzati dell’Arma dei carabinieri che stanno cercando di farla "parlare". Impronte, dna, analisi dei timbri, del messaggio, della calligrafia. L’indirizzo è scritto a mano, penna nera, in stampatello, con una calligrafia che appare frettolosa, ma è ben leggibile.

Cosa sia scritto nel biglietto di accompagnamento al proiettile non è dato sapere. Sia il sindaco, sia i carabinieri hanno scelto la via della prudenza. Così non resta che fare ipotesi. E quella che al momento resta prevalente è che sia una violenta e vigliacca manifestazione di dissenso nei confronti di qualche decisione presa da un’amministrazione comunale che si trova a fronteggiare il malcontento di alcuni e anche una microcriminalità che crea disagio. Può bastare questo per convincere una singola persona a inviare un proiettile? O c’è di più? Sempre ammesso, e non lo è, che ci sia una giustificazione dinnanzi a un proiettile inviato a casa del padre di un sindaco.