Pelli e scarpa, nuovo allarme: "È crisi, si rischia la decimazione"

La crisi colpisce il settore della moda in Toscana. Sindacati chiedono interventi urgenti per salvare tessile, concia e pelletterie dall'8,8% di calo produttivo annuo.

Pelli e scarpa, nuovo allarme: "È crisi, si rischia la decimazione"

Ancora allerta altissima per la crisi del lavoro che interessa tutta la filiera della moda, motore economico del Valdarno (foto d’archivio)

Il tempo stringe. Le ferie sono finite. La crisi è sul tavolo. E "sono ormai mesi che cerchiamo di alzare il livello di attenzione sulle criticità che affliggono il settore della moda, ed in particolare quei settori manifatturieri come il tessile, la concia, le pelli e le pelletterie", sottolinea Gianluca Persico, segretario generale Filctem Cgil Toscana. "Già a fine marzo insieme a Femca Toscana e Uiltec Toscana, abbiamo inviato una richiesta di convocazione di un tavolo di unità di crisi alla Regione e successivamente, a metà maggio, una successiva richiesta di convocazione ai ministeri competenti – spiega una nota –. Questi settori nei primi mesi dell’anno hanno registrato la peggiore performance del Made in Italy, si va da un calo produttivo nazionale su base annua dell’8,8% con una grave e preoccupante accentuazione nel periodo pre feriale del 9,3%, con punte nel settore della pelle che arrivano addirittura in doppia cifra". Ad un calo dei consumi interni si somma un rilevante calo dell’export. La crisi del commercio internazionale pesa fortemente sulle vendite all’estero.

"Una lettura errata sarebbe quella che induce a considerare questi settori esclusivamente riferibili ai grandi brand – prosegue il sindacato –, in realtà questi sono settori ad alta vocazione artigiana, legata alle committenze dei brand, ma che di fatto costituiscono una massa importante in un sistema caratterizzato dall’alta densità di piccole imprese e di imprese artigiane. "Ora, se decidiamo che tutto ciò è inutile e non costituisce una ricchezza per il nostro Paese, bene, attendiamo con calma che la crisi finisca e ripartiremo da ciò che resta – conclude la nota –. Come Filctem Cgil Toscana non ci stiamo e non accettiamo di veder distruggere dei settori rilevanti".