
"Grazie all’Arma e grazie, in particolare, ai due militari che la notte del 2 novembre scorso hanno salvato la vita di mia mamma". E’ uno stralcio della lettera arrivata alla Stazione dei carabinieri e al sindaco di Cerreto Guidi, comune pesantemente colpito dal maltempo, con conseguenti allagamenti, danni, frane, persone sfollate, aziende in difficoltà. È una storia fra le tante storie che in questi giorni abbiamo sentito, raccolto, condiviso. È la solidarietà che agisce di cuore, incurante del fango, del buio dell’acqua e del freddo. È la forza della disperazione e del coraggio. Sotto il nubifragio di quella notte, fra le tante persone in difficoltà, c’era una famiglia che non sapeva, impaurita e impotente, come portare in un luogo sicuro una donna incapace di deambulare. Andava messa al più presto in salvo.
"I carabinieri – si legge nella lettera – sono intervenuti riuscendo a portare in salvo mia mamma, invalida al cento per cento, sollevandola e portandola di peso al primo piano della nostra abitazione. Senza il loro aiuto mia mamma avrebbe rischiato di rimanere sommersa nel suo letto. E non le hanno fatto toccare nemmeno una goccia d’acqua". Sono stati interminabili momenti di paura. Ti assale il panico perché non sai cosa fare; non hai nemmeno il tempo di disperarti per tutta la tua vita che vedi bagnarsi, infangarsi, sparire travolta da un fiume che non avrebbe dovuto essere lì.
"Io ero a Empoli – racconta al telefono la figlia Irene – e non riuscivo a rientrare a casa, ero impaurita. In quei momenti l’unico pensiero era la vita di mia madre e della famiglia. Quando tramite sms, internet non funzionava, ho saputo a tarda notte che erano in salvo ho tirato un sospiro di sollievo. Non ho pensato nemmeno alla casa allagata".
Il fango invadeva le strade e l’acqua saliva velocemente anche all’interno dell’appartamento. Subito è scattato l’allarme, ma tutti gli uomini dei vigili del fuoco, della protezione civile o delle associazioni di volontariato disponibili erano impegnati in altri soccorsi. È stato così che all’operatore di turno in servizio alla centrale operativa è venuto in mente di allertare un maresciallo, fuori servizio, che a sua volta, ha chiamato un appuntato scelto (anch’egli fuori servizio) e hanno deciso di andare a dare una mano, sfidando il maltempo e la via Francesca allagata. Lo hanno fatto, con coraggiosa solidarietà e spirito di servizio, utilizzando la vettura personale del sottufficiale che, essendo un Suv, ancora riusciva a sfidare le intemperie. Ma arrivati a Stabbia sono stati costretti a percorrere l’ultimo tratto fino all’abitazione della donna a piedi perché nemmeno il Suzuki Gran Vitara era in grado di proseguire. Acqua e fango dappertutto. E non c’era più nemmeno la luce dei lampioni.
"Sono stati i nostri angeli custodi" dice la figlia Irene, che aggiunge: "Quando sono arrivati hanno dovuto scavalcare il cancello perché mancava l’elettricità e c’erano quaranta centimetri d’acqua nella camera da letto". Hanno protetto la donna con una coperta e, poi, sollevandola con non poche difficoltà, sono riusciti a metterla al sicuro al secondo piano. "E nei giorni successivi i due carabinieri sono tornati ad assicurarsi che stessimo tutti bene. Li ringrazio dal profondo del mio cuore".