Empolese Valdelsa, 7 ottobre 2023 – La sera, dopo tredici ore di lavoro, il padrone dell’azienda girava la chiave nella serratura e Zain, operaio originario del Pakistan, restava chiuso in fabbrica: non poteva più uscire. Era vittima di un ricatto. E così lavorava e viveva nei locali di produzione, in una manifattura di abbigliamento nel comune di Vinci. Come lui un’altra trentina di operai. Ma Zain (il nome è di fantasia per non identificarlo) ha avuto il coraggio di denunciare.
Dopo la sua segnalazione, lo scorso maggio, l’ispettorato del lavoro ha sospeso l’attività dell’azienda. Sul caso adesso indaga la procura. Oggi Zain sarà tra gli operai che prenderanno parte alla manifestazione ’La via maestra’ a Roma, insieme alla Filctem Cgil di Firenze che sfilerà con i lavoratori ’liberati’ dallo sfruttamento sul luogo di lavoro.
“Zain lavorava in condizioni di caporalato in una manifattura di abbigliamento nel comune di Vinci – racconta la Cgil in una nota – la sera veniva chiuso a chiave in azienda dal padrone di origine cinese insieme agli altri operai, all’interno dei locali di produzione". Una situazione agghiacciante che andava avanti da tempo.
“All’interno dell’azienda lavoravano circa trenta persone, per tredici ore al giorno, dalle 8 alle 22, sette giorni su sette – racconta Alessandro Picchioni della Filctem Cgil –. Venivano pagati a cottimo e la sera il padrone li chiudeva a chiave. Chi usciva non poteva più rientrare e doveva trascorrere la notte fuori. C’era questo ricatto". E le condizioni di vita erano allo stremo. "Si era creata una situazione tale per cui gli operai vivevano nel degrado, anche in preda all’alcol". Zain a un certo punto non ce la faceva più.
“Aveva avuto un precedente infortunio alla spalla quando lavorava nel settore agricolo – continua Picchioni –. Lavorava con il dolore ed è stato cacciato. Poi si è rivolto a persone che conosceva ed è arrivato alla Cgil". Ora l’operaio di circa 30 anni si trova in una struttura protetta. "Sta seguendo un percorso per imparare l’italiano e presto – spiega Picchioni –, sarà inserito in una pelletteria della provincia di Firenze, grazie al progetto Soleil dedicato alle vittime di sfruttamento". Oggi la sua storia sarà presa da esempio e raccontata a Roma davanti a tanti altri lavoratori che si battono per il rispetto dei diritti.