"No a divisioni interne alla comunità Gli errori? Commessi anche dal Pd"

Il segretario dem dell’Empolese Valdelsa: "La vicenda mostra i limiti dell’impostazione assunta dalla Regione"

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di Alessandro Pistolesi

Primo obiettivo: fare chiarezza. Nelle ultime settimane il dibattito sul nuovo gassificatore che nei piani di Alia dovrà (doveva?) sorgere al Terrafino si è incendiato con scontri verbali e posizioni contrastanti. Da una parte i cittadini, impauriti dalle possibili conseguenze per la salute, dall’altra la politica che ha provato a dare rassicurazioni. Lunedì sera l’ultimo atto (per ora), con la direzione territoriale del Pd che si è riunita in via Fabiani per un confronto fiume alla fine del quale il partito sembra sempre più ’freddo’ rispetto al progetto. In questo calderone, Jacopo Mazzantini, segretario del Pd Empolese Valdelsa, prova a mettere ordine.

"Il fatto che Alia avesse individuato Empoli come sito dell’impianto è stato reso pubblico dal sindaco fin da subito sia sulla stampa, sia nelle interlocuzioni con categorie economiche e parti sociali, sia in consiglio comunale", afferma il segretario dem che poi rimarca come "non ci fosse niente di deciso". Le prove? Per Mazzantini "lo dimostra il fatto che il Comune abbia organizzato assemblee pubbliche prima ancora che ci fosse un progetto vero e proprio e si sia detto disponibile a individuare insieme ai comitati cittadini una commissione di esperti. Tutto ciò – continua Mazzantini –, rende evidente la volontà di affrontare l’intero percorso e assumere le scelte conseguenti in modo condiviso con la popolazione".

Non solo, Mazzantini rimarca anche il fatto che "dei tre siti indicati da Alia, solo a Empoli si è impostato un percorso informativo per i cittadini, mentre a Livorno e Rosignano no". Eppure non è bastato per convincere una fetta consistente di cittadini (erano a migliaia alla manifestazione di fine novembre), Mazzantini ne è consapevole e fa una sorta di mea culpa a livello di partito: "Purtroppo questo messaggio non è passato tra i cittadini empolesi e anzi la diffidenza tramutatasi presto in paura, mischiata al risentimento, in pezzi consistenti della popolazione, rendono evidente che se ciò è accaduto anche noi come partito territoriale abbiamo commesso i nostri errori, soprattutto nel non essere stati capaci di informare per tempo e in modo ampio le persone, a cominciare dai nostri iscritti".

L’ipotesi che non si proceda con questo percorso è concreta, Mazzantini non lo nasconde: "Bene hanno fatto i gruppi di maggioranza, Pd e Questa è Empoli, a presentare e votare venerdì scorso in Consiglio l’ordine del giorno che ha chiesto al sindaco Barnini di avviare in tempi brevi un’ampia consultazione di tutti i soggetti in campo: dai proponenti ai gruppi politici di maggioranza e opposizione, dai comitati alle categorie economiche e parti sociali, così da valutare alla fine la prosecuzione o meno del percorso, con l’obbiettivo di non spaccare la comunità empolese". Il segretario dem manda un messaggio ben preciso alla Regione. "Questa vicenda testimonia come l’impostazione assunta dalla Regione, basata sull’aver appaltato ai privati la decisione sulla localizzazione dei siti in cui realizzare gli impianti, mostri tutti i suoi limiti. Pare chiaro che se non si muove da una discussione politica di livello regionale e conseguente pianificazione urbanistica, che definisca come si chiude nella Toscana centrale il ciclo dei rifiuti, nessun sindaco può riuscire poi a governarla sul livello locale".

Per Mazzantini, dunque, è necessaria una riflessione più ampia: "Il tema è ineludibile. Deve essere affrontato subito, raccontando in modo semplice e chiaro che con la chiusura delle discariche, anche facendo una raccolta differenziata eccellente come la nostra, senza la realizzazione di impianti nella Toscana centrale che smaltiscano i rifiuti indifferenziati prodotti, le bollette saliranno costantemente nei prossimi dieci anni". E poi la chiosa finale: "Spetta alla politica e, in particolare, alla politica regionale Toscana – conclude Mazzantini –, decidere quale strada indicare e, visto che siamo in periodo congressuale, spetta al Pd chiarire quale è la sua linea sui rifiuti: quella di portarli in Emilia-Romagna, Veneto e in nord Europa, come facciamo oggi, dove gli impianti li hanno costruiti e si fanno pagare per riceverli o quella di essere autosufficienti e ridurre le bollette?".