Neonato morto, mamme sole di notte anche a Empoli: "Valuteremo i casi particolari"

La responsabile di Ostetricia Asl Toscana centro, Arianna Maggiali, spiega gli accessi in reparto al San Giuseppe

Neonati (foto di repertorio)

Neonati (foto di repertorio)

Empoli, 27 gennaio 2023 - Non si è ancora tornati ad una quotidianità di reparto come quella dell’era pre pandemia, ma al punto nascita dell’ospedale San Giuseppe di Empoli la volontà va tutta in quella direzione: ovvero riaprire le porte della degenza ai familiari sia di giorno che di notte. Lo conferma la dottoressa Arianna Maggiali, responsabile della struttura organizzativa complessa Ostetricia professionale Asl Toscana centro, che spiega come la tragica vicenda che ha portato alla morte per soffocamento di un neonato all’ospedale "Sandro Pertini" di Roma debba far riflettere sull’importanza per una donna che ha appena partorito di avere accanto una persona cara che le dia sostegno emotivo e fisico.

Dottoressa, allo stato attuale, come è organizzato l’accesso al reparto di ostetrica del San Giuseppe?

"Come per tutti i punti nascita della nostra azienda al momento non siamo ancora tornati alla situazione pre Covid. Il compagno può entrare in reparto per due ore al giorno. Tuttavia, stiamo lavorando per poter fare stare in reparto il più a lungo possibile la figura di riferimento della donna che deve partorire o che ha già partorito. La prossima settimana abbiamo una riunione in cui all’ordine del giorno c’è proprio la riorganizzazione per tornare allo stato pre pandemia. Era una riflessione già in corso, che adesso inevitabilmente è stata accelerata".

Quante ore potranno essere concesse ai familiari?

"Cercheremo di allungare l’orario nell’arco delle 24 ore. Al mattino è più complicato considerando che ci sono le pulizie del reparto, le visite alle degenti. Dall’ora del pranzo in poi penso si possa aprire di più".

E durante la notte?

"Valuteremo le situazioni particolari. Se necessario potrà restare una figura di riferimento".

Anche la fase del travaglio rappresenta un momento dove la presenza del partner è importante...

"Nel rispetto delle linee guida abbiamo sempre cercato di garantire alla donna nel periodo prodromico la presenza del partner. Eccezioni le abbiamo fatte anche durante la pandemia".

L’ostetricia empolese su quante figure può contare?

"Tra reparto e sala parto ad Empoli abbiamo tra le 35 e 38 ostetriche. Ci muoviamo secondo degli elevati standard di sicurezza. Non c’è un momento della giornata in cui non via sia un numero adeguato di personale. Anche a livello di strumentazione la qualità del punto nascita del San Giuseppe è molto alta. E dal punto di vista architettonico lo considero uno dei migliori di tutta la rete dell’Asl Toscana centro. Nel 2022 sono nati circa 950, ormai il punto nascita di Empoli si è stabilizzato sui 75-80 parti al mese. Nel 2021 ha ottenuto anche il gold standard per il minor numero di parti cesarei effettuati. Il territorio empolese ha grandi potenzialità e bisogna fare in modo di non disperderle".

Che idea si è fatta del tragico evento avvenuto al «Pertini»?

"Penso che si debba capire cosa sia realmente successo. E’ necessario attendere l’autopsia sul corpicino del neonato, perché le cause della morte potrebbero essere molteplici. Molte cose sono state dette sull’impeto del momento. Sicuramente questo fatto deve far riflettere tutti, noi sanitari per primi".

Alle partorienti quali consigli si possono dare?

"Uno che li comprende tutti: chiedete aiuto al personale, non vi peritate mai a chiamare le ostetriche. Possiamo consegnare brochure, appendere post con indicazioni e consigli, ma la cosa migliore resta la relazione diretta".