Empoli, 6 agosto 2023 – “Quando la mattina mi sveglio, salgo sul trattore e metto in moto, sto bene. Mi sento il padrone del mondo". Ed è un mondo fatto di terra, acqua, sole e genuinità quello di Guido Righi. Settantacinque anni, in pensione da dieci, l’ex dipendente del Comune di Empoli - per 38 anni ha lavorato al Centro elaborazione dati - nell’appezzamento di terreno di famiglia coltiva frutta, verdura… e record. E’ suo, stando alle ultime ricerche, il "cucumis melo" più pesante d’Italia. "Ho raccolto i frutti della fatica - racconta Righi dal suo orto di via Lucchese a Empoli - Un melone da 6,3 chilogrammi. Non mi sono mai dedicato alla terra seriamente, l’ho fatto sempre e solo per passione. Vengo da una famiglia di contadini e coltivo per me e per i miei cari".
La bilancia non mente: battuto il record detenuto - almeno fino a qualche anno fa - da Daniela Moretti, di Orgiano, in provincia di Vicenza. Dal suo orto casalingo era "uscito" un esemplare di melone di 5,4 chilogrammi. Buccia liscia, polpa succosa e profumatissima, non è chiaro cosa abbia contributo alla magia. Ma il frutto di casa Righi è talmente ’pregiato’ che in famiglia se lo passano di mano in mano con cura, certi che no: nessuno lo mangerà. Almeno per adesso. "L’agricoltura mi è sempre piaciuta - spiega Righi mentre accarezza la sua creatura ancora incredulo - La mia terra la tengo bene. Sono ettari di storia familiare. Mio padre mi ha lasciato il campo; un tempo facevamo fino a 190 quintali d’uva. Oggi coltivo pomodori, cetrioli, melanzane, susine e molto altro. Se è rilassante stare a contatto con la natura? Mica tanto. Tagliare l’erba e innaffiare ogni mattina per un ragazzo della mia età - scherza Righi - comincia a essere pesante. Di piante di melone ne ho 12, hanno dato 25 frutti. Li ho distribuiti a tutto il vicinato. Questo, così come i cocomeri, alcuni di 20 chilogrammi, è venuto particolarmente bello, e me lo tengo tutto per me".
Nessun trucco particolare, giura il pensionato. "Solo genuinità, acqua e sole". E se di trucchi si parla, uno per riconoscere il popone più buono tra le casse del supermercato c’è. "La rete deve essere unita, uniforme, senza smagliature. E se premi l’estremità, al tatto deve ammorbidirsi. Ma non troppo". E poi sfatiamo un mito. "Penso di essere tra i pochi a non amare l’abbinamento prosciutto e popone".
Questo non è il primo frutto da record. In passato è stata una patata gigante. Che sia merito dell’ambiente, particolarmente favorevole? Può darsi. Oppure una questione di genetica, considerando che quella dei Righi è una vera famiglia dei record. Guido è il padre di Stefano, conosciuto in tutto il mondo con il nome d’arte di ’D’artagnan, il Mago delle Bolle’. Ed è proprio in quella casa, dove Stefano è cresciuto e dove oggi il padre si diletta con le attività agricole, che sono nati altri tre record. Stavolta a base di glicerina, gomma organica, un polimero, acqua e sapone. E’ così che Stefano Righi, 48 anni, dipendente di Alia, ha collezionato i suoi Guinness World Record. Nel primo, quello per il maggior numero di bolle dentro un’altra bolla di sapone, Righi aveva battuto l’americano Bubble Dude.
Il record di maggior numero di bolle di sapone soffiate con una mano in un minuto lo deteneva lo statunitense Louie Foxx. Anche questo è stato battuto. Nel 2017, con il suo bruco di 40 bolle, il ’Mago’ batteva la catena composta da 35 bolle per mano dell’americano Steven Langley. "Sono l’unico italiano ad avere un Guinness dei primati di bolle e l’unico empolese ad avere un Guinness individuale cioè, addirittura tre". I recordman di casa nostra, oggi hanno un primato in più. "Faccio bolle da 9 anni - dice Stefano Righi - Non mi sono stancato. Ho fatto 26 spettacoli a luglio, ho un’estate da tutto esaurito. Regalo sorrisi ai bambini. Non cambierei questa passione con nessun’altra al mondo. Vivo nella mia bolla e ne vado fiero".