L’amico del fiume che soffre. Salva i pesci agonizzanti nella Pesa senza acqua

Floriano Pratelli da vent’anni ogni estate si dedica alla pesca miracolosa . Il volontario: "Queste temperature sono una mazzata: il calore cuoce le pietre". .

MONTELUPO FIORENTINO

Quando aveva 5 anni, dal castello di Montelupo Fiorentino dove abitava e dove l’acqua non arrivava, scendeva sul fiume con la mamma per lavare i panni. Pesa è casa per Floriano Pratelli che oggi di anni ne ha 70 e da tutta la vita si occupa della salvaguardia del ‘suo’ torrente, una volta parco giochi e oggi "amico" in difficoltà. Il volontario è da sempre in prima linea nella difesa del fiume che nasce nel Chianti Senese e si getta in Arno all’Ambrogiana di Montelupo. Il primo salvataggio? Aveva solo 10 anni. Portare in salvo la fauna ittica del torrente in secca, quando le ultime pozze rimaste sono affollate di pesciolini agonizzanti in carenza d’ossigeno, è una missione che non conosce età.

Stivali di gomma ai piedi, retino in mano. Sono più di 50 anni che ogni estate è emergenza…

"Almeno vent’anni che mi dedico alla pesca miracolosa. La bassa Pesa è emblema nazionale dei cambiamenti climatici. Quando si svuota, a costo di rientrare dalle vacanze e discutere con i familiari, io ci sono. Quando il fiume chiama...".

Che aria tira in questo periodo?

"Nel 2023 il deflusso è mancato dal 22 luglio al 31 ottobre: 3 mesi e 9 giorni in cui abbiamo organizzato ben 19 salvataggi cominciando in ritardo rispetto all’anno precedente. È stato l’anno dei record. Da giugno a metà agosto del 2022 ne abbiamo organizzati 11".

E oggi?

"Siamo a tre salvataggi. L’ultima volta abbiamo tirato su cinque secchi tra carpe, avannotti e altre specie in via d’estinzione. Diverse le morìe di cui una accertata (il 10 luglio). Ci sono lunghi tratti del torrente già secchi fino a Cerbaia".

Quanto manca al prossimo salvataggio?

"Siamo vicini. Ne faremo di importanti. Queste temperature sono una mazzata per il fiume. Non c’è vegetazione, il calore del sole ‘cuoce’ le pietre, la sponda ha un assorbimento incredibile, è come una spugna. L’acqua evapora e l’ossigeno si dissipa anche nelle piccole pozze rimaste".

Come funzionano queste operazioni?

"Niente di programmato. Ogni giorno noi volontari monitoriamo la situazione e attiviamo sul gruppo whatsapp il pronto intervento. Se necessario si avverte il settore faunistico regionale che attiva la Polizia provinciale e Fipsas".

Gli esiti sono sempre positivi? "Si chiamano salvataggi, ma i pesci muoiono lo stesso. Entri in acqua, smuovi il fondo, si assorbe ossigeno. Salvare il 70% della fauna sapendo che senza il tuo intervento ne morirebbe il 100% è comunque una buona percentuale".

Manca acqua e... I volontari?

"I veterani hanno i capelli bianchi, come me. Non c’è ricambio generazionale. Ma il problema serio è che manca l’acqua e non è tutta colpa del cambiamento climatico".

Ovvero?

"Pensiamo ai tanti agriturismi in zona. Piscine, prati annaffiati, docce. Tra l’accanimento climatico e prelievi d’acqua regolari e irregolari, la Pesa si è prosciugata. Gli invasi sono l’unica salvezza".

Anche quest’anno niente ferie per amore dell’ambiente?

"Vacanze spostate a settembre. Così non di discute".

Ylenia Cecchetti