
di Irene Puccioni
"Mi sento abbandonato. Non è possibile né giusto che l’organizzazione per la riapertura delle scuole sia lasciata tutta in mano ai dirigenti scolastici". Gaetano Flaviano, preside dell’istituto superiore Fermi-Da Vinci di Empoli, è abituato a caricarsi sulle spalle oneri e responsabilità: gestisce da diversi anni una popolazione scolastica di circa 1400 studenti. Ma il prossimo 14 settembre non sarà un inizio di anno scolastico normale.
Preside, tutto pronto per il primo giorno di scuola?
"A livello teorico sì. Ho sistemato tutte le 62 classi mettendo i banchi distanziati. Ho recuperato spazi trasferendo 4 aule dal Fermi al Da Vinci, ho abbattuto un paio di parenti in cartongesso e trasformato in aula un vecchio laboratorio inutilizzato. In questi giorni la MetroCittà sta sistemando i vialetti esterni per gli ingressi e le uscite in sicurezza. Ho predisposto 8 accessi, 5 al Fermi e 3 al Da Vinci, e diviso l’istituto in zone per poter gestire meglio i flussi. Grazie ai circa 100mila euro assegnati in varie tranche dal Ministero abbiamo potuto acquistare materiale vario dal gel alle mascherine, ai nuovi arredi scolastici".
Cosa la preoccupa?
"La gestione della quotidianità. Come dirigente posso aver messo in atto tutte le procedure anti-contagio richieste, ma quando gli alunni si alzeranno dai banchi e andranno o in bagno o ai distributori automatici si creeranno inevitabilmente le file. Come dovrò comportarmi, poi, per l’igienizzazione dei servizi e dei laboratori? Per evitare che i ragazzi introducano in classe zaini e capotti ho pensato di appendere fuori dalla aule delle grosse buste di plastica personalizzate dove ciascuno lascia tutto dentro, eccetto libri, quaderni e cancelleria".
Cosa le servirebbe e non ha ottenuto?
"Risorse umane aggiuntive. Ho chiesto all’ufficio scolastico regionale 15 nuovi collaboratori scolastici e 20 docenti in più per il potenziamento dell’organico, ma le mie richieste sono state considerate sovradimensionate. Per le prime quattro settimane verrà adottato un orario provvisorio con la divisione delle classi: per le prime tre ore della mattinata farà lezione la metà degli alunni e nelle successive tre ore toccherà all’altra metà. In questo modo dovrò gestire un flusso di 700 studenti per volta. Ma dopo il primo mese, quando riprenderà l’orario ordinario, come dovrò fare a gestire ingressi e uscite di 1400 alunni senza personale in più?".
Se un alunno dovesse risultare positivo al Covid19, quali azioni metterà in campo la scuola?
"Bella domanda. Nessuno ce lo ha detto. Dovrò mettere tutta la scuola in quarantena? So solo che l’infezione da Covid19 è equiparato a un infortunio sul lavoro e in qualità di dirigente scolastico ho la responsabilità di quello che accade nell’ambiente scolastico. Pertanto, in caso di eventuale rivalsa del contagiato, io dovrò difendermi. Faccio però notare che io non sono un datore di lavoro di un’azienda che può decidere o meno di riaprire la propria attività. Io sono obbligato a riaprire la scuola. Lo farò, ma almeno si preveda una norma che mi sollevi da responsabilità che non posso prendermi".