La svolta nel linguaggio. Il Comune riscrive atti e documenti: "Basta parole sessiste"

Adottate le linee guida per la parità di genere nei testi amministrativi. In arrivo una nuova scrittura con termini più inclusivi e rispettosi. L’assessora Torrini: "Una battaglia giusta per un futuro migliore".

La svolta nel linguaggio. Il Comune riscrive atti e documenti: "Basta parole sessiste"

La svolta nel linguaggio. Il Comune riscrive atti e documenti: "Basta parole sessiste"

Le pari opportunità? Passano in primis dai fatti, ma guai a sottovalutare le parole. La pensa così il Comune di Empoli che ha deciso di adottare delle vere e proprie ‘linee guida’ volte a determinare l’uso di un linguaggio amministrativo che superi quei retaggi culturali ancora oggi basati sulla preminenza del genere maschile. E quindi, largo a un linguaggio non sessista e non discriminatorio in tutti gli atti e nei documenti amministrativi.

Il Comune ha approvato una delibera per attivare un percorso di revisione del linguaggio nella modulistica, negli atti emanati dall’ente così come nei testi relativi alle comunicazioni interne ed esterne, nei contenuti veicolati sui canali social ufficiali e sul sito internet. Qualche esempio? Alla parola "cittadini" è preferibile "la cittadinanza", "i docenti" sono sostituiti dal "personale docente" così come gli "utenti" potranno ritrovarsi nella parola "utenza".

Se fino a ieri "il candidato doveva presentare la domanda entro una certa scadenza", d’ora in poi "la domanda dovrà essere presentata entro la stessa scadenza". Il genere insomma può essere "neutralizzato" utilizzando la costruzione sintattica della forma passiva, o di una forma impersonale che eviti il sostantivo maschile. Da evitare invece la duplicazione del soggetto (i cittadini e le cittadine) volta a coprire entrambi i generi, che appesantisce la frase risultando artificiosa. Si punta, dunque, ad un cambio di paradigma e di parola. A un linguaggio che abbia da un lato un carattere neutro, dove le espressioni non siano discriminatorie tra i sessi e dall’altro, declinazioni al femminile di alcuni termini riferiti a professioni e ruoli, fino a oggi riservati al genere maschile.

Agli sgoccioli del mandato Barnini, un atto significativo che si inserisce in un percorso coerente - come fa sapere la stessa amministrazione comunale - con gli obiettivi perseguiti negli ultimi cinque anni. Un passo in più verso la rimozione di quegli ostacoli che costituiscono discriminazione diretta o indiretta. "Si tratta di dare un piccolo contributo alla creazione di nuove abitudini linguistiche - spiegano dal Comune - Una nuova scrittura amministrativa rispettosa dell’identità di genere, che salvaguardia il livello di chiarezza, di efficacia comunicativa, di trasparenza e leggibilità".

Le parole fanno la differenza e la pubblica amministrazione, insomma, deve dare l’esempio. "Quella sul linguaggio è una battaglia che costruisce futuro, un futuro giusto", sintetizza l’assessora Torrini. Empoli non è l’unica città a promuovere questa iniziativa, sono diverse le realtà che negli ultimi anni si sono mosse presentando linee guida per un linguaggio rispettoso del genere, che sia semplice e inclusivo, e che possa proporsi come modello aperto per il territorio. Ora per tutto il personale dipendente dell’amministrazione empolese si attiverà un percorso di sensibilizzazione, informazione e formazione. C’è una nuova lingua da imparare.

Y.C.