BRUNO BERTI
Cronaca

La sfida della Cgil: una lotta per lo sviluppo: "Basta lavoro povero, servono investimenti"

Dagli appalti pubblici fino alla scomparsa del reddito di cittadinanza: sono tanti i nodi da sciogliere nella nostra area. E poi l’appello: "Per rilanciare il comparto vanno superati i problemi logistici e infrastrutturali. È necessaria anche la politica" .

La sfida della Cgil: una lotta per lo sviluppo: "Basta lavoro povero, servono investimenti"

La sfida della Cgil: una lotta per lo sviluppo: "Basta lavoro povero, servono investimenti"

Una tra le questioni su cui il coordinatore della Cgil dell’Empolese Valdelsa, Gianluca Lacoppola, si aspetta risultati importanti per l’anno prossimo è sicuramente quella dei lavoratori degli appalti pubblici. Una platea significativa, che raccoglie circa 2.500 addetti. "L’Unione dei Comuni – spiega il sindacalista – si è già impegnata a tutelare gli addetti del settore, a partire dalla chiarezza su quanto costi il lavoro nel settore e a tenere conto dell’inquadramento effettivo". Quindi, senza giochi al ribasso da parte di qualche azienda. In casa Cgil, poi, si guarda a contatti sempre più frequenti con i comuni, "che hanno sostituito lo Stato nell’aiuto per gli affitti dopo la cancellazione di quest’agevolazione. Questo mentre le conseguenze della scomparsa del Reddito di cittadinanza diventano sempre più significative sugli interventi sociali delle amministrazioni locali". Se poi si guarda alle questioni complessive del sistema produttivo locale, un gigante con qualcosa come 55.000 addetti, il sindacato di via Sanzio punta molto sull’esigenza di investimenti, a partire da strutture adeguate e a una manodopera di qualità, sempre più un elemento, quest’ultimo, che fa la differenza.

"In questo senso è anche importante – sottolinea Lacoppola - lavorare per inserire le aziende nei circuiti internazionali. Una battaglia di sviluppo del territorio in cui serve anche la politica. Il nostro territorio, poi, deve superare i suoi problemi logistici e infrastrutturali se si vuole che settori vitali per la nostra economia, come moda, industria agroalimentare e concia possano continuare ad avere buoni risultati. Se questo è vero, anche il lavoro deve essere stabile e di qualità, cercando anche di superare il gap territoriale tra Empolese e Valdelsa, che vede la seconda con una maggiore quota di contratti brevi, o comunque instabili. Per risultati duraturi serve l’introduzione di causali per consentire i lavori a termine".

Il sindacalista ricorda anche che la nostra zona non è immune alla piaga del caporalato. "E poiché siamo convinti che per crescere serve un’economia sana, ci impegneremo su questi temi anche nel corso del 2024". Lacoppola guarda anche a uno dei temi che innervano le speranze per un futuro che non diventi ostaggio di un clima definitivamente impazzito, con l’aggravante di forme di inquinamento, magari sempre più pericolose.

"Penso, infatti, che si debba guardare alla vocazione del nostro territorio per un’economia circolare. Basti pensare alle realtà di Montespertoli, con la produzione di biomasse e al progetto della Zignago per il nuovo intervento della Revet all’insegna di un riuso del vetro – conclude il sindacalista –. Tutto questo senza trascurare l’alto livello di raccolta differenziata dei rifiuti che contraddistingue i comuni della nostra area. Credo che sia un tratto distintivo da valorizzare nel quadro complessivo dell’economia della Toscana centrale".