La scarpa è in affanno Calzaturiero, anno difficile "Troppe false ripartenze"

L’analisi di Luca Sani, presidente del Consorzio Toscana manifatture "Crisi negli Usa e incognita Cina: ci sono ostacoli in alcuni mercati strategici".

La scarpa è in affanno  Calzaturiero, anno difficile  "Troppe false ripartenze"

La scarpa è in affanno Calzaturiero, anno difficile "Troppe false ripartenze"

Un anno di frenate e ripartenze. Una nuova fase delicata per il mondo della scarpa che vede Fucecchio tra le zone più vocate del Valdarno. L’export del calzaturiero nel 2022 è salito del 20,4% rispetto al 2021, nonostante il -20,2% della Russia e il -53,6% dell’Ucraina. Il 2023 non è partito male. "Ma il dato positivo del primo trimestre è stato dovuto, per lo più, all’onda lunga dello scorso anno", dice Luca Sani, presidente del Consorzio Toscana Manifatture che riunisce oltre 70 aziende del comparto.

Presidente, qual è l’attuale quadro del settore?

"Viviamo una fase di difficoltà dovuta a una serie di fattori. Partiamo da un dato di fatto: la conceria è dentro una fase di poco lavoro dalla fine del 2022 e, sappiamo da sempre, che quando non lavorano le concerie anche il calzaturiero non attraversa un momento positivo. Nonostante, ormai, ci siano aziende del settore che vedono il 30-40% della produzione basata su materiali sintetici".

Il nodo è in alcuni mercati strategici?

"A parte il comparto del lusso, la gamma intermedia, chiamiamolo il lusso di fascia B, vive una sensibile riduzione della domanda. Poi c’è la Cina che non è affatto ripartita a pieno regime, e dove la spinta ora – anche a seguito dei prolungati lockdown per la pandemia – è quella del consumo nel loro stesso mercato. Altro aspetto sono Russia e Ucraina che, tuttavia, non sono completamente ferme".

Restando in tema di mercati: gli Stati Uniti?

"Lì la crisi c’è, ben chiara e delineata. La bolla di ripartenza si è sgonfiata parecchio e le ripercussioni le avvertiamo, anche nella moda e di conseguenza nel mondo calzaturiero. Le stesse firme vocate spiccatamente al mercato Usa sono in difficoltà. Sono tutti questi i fattori, in buona sintesi, alla base di questo 2023 per ora di incertezze e frenate".

Il mondo asiatico resta fondamentale per la moda e quindi anche per il calzaturiero Made in Italy?

"Assolutamente. C’è la Corea, molto dinamica, con una buona solidità economica, anche se con la moneta un po’ debole, che mantiene la forte rifrattività per la moda. Ma di contro, come dicevo, c’è la Cina che resta la grande incognita. E c’è anche il Giappone che è un mercato maturo per la moda".

Carlo Baroni