La fede al tempo del virus "Non vivere nella paura"

Don Guido Engels ha ’salvato’ il catechismo e le cresime di novembre "Gli incontri in presenza restano. Tanti anziani chiedono la messa in streaming"

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di Samanta Panelli

Dopo la messa delle 10.30, tutti al catechismo. Una tradizione che neppure il Covid ha scalfito, anche se "le regole sono ben differenti e l’affluenza è assai ridotta". Lo spiega don Guido Engels (nella foto), proposto della Collegiata di Sant’Andrea, costretto anche a rivedere i piani per le cresime, il 14 novembre.

Come procede?

"Abbiamo diviso i ragazzi in due turni, da 20 ciascuno. In Collegiata saranno ammessi solo il padrino o la madrina e i genitori: 3-4 persone a bambino, non di più".

Anche per le comunioni, vi siete organizzati in gruppi?

"Certo. Tre tappe diverse, il 27 settembre, il 3 e il 4 ottobre, cinque turni, non più di dieci persone. Ma erano altri tempi".

Ma il catechismo non è a rischio?

"Gli incontri in presenza, almeno al momento, restano, ma le assicuro che le modalità di svolgimento sono rigorose. A partire dai moduli che i genitori firmano perché i figli vengano ammessi".

Cosa viene chiesto?

"Che in caso di sintomi influenzali i ragazzi non partecipino, la temperatura non deve essere superiore a 37,5°. C’è l’obbligo di indossare la mascherina, di igienizzare la mani, rispettare le distanze. Tutte le disposizioni di legge vengono osservate".

Un impegno importante.

"E’ così. Ci sono anche la sanificazione dei locali, prima e dopo gli incontri, e la suddivisione degli spazi. Anche se va detto che sia i bambini che si preparano alla comunione che i ragazzi della cresima sono rispettosi delle regole. In tutto dovremmo avere circa 200 adesioni, ma in realtà, frequentano circa la metà".

Quindi l’affluenza è in calo?

"Al catechismo sì, alla messa invece no: i fedeli, la domenica, esauriscono i posti limitati sia in Collegiata sia in Sant’Agostino, tant’è che abbiamo personale che controlla gli accessi alla funzione delle 10.30 celebrata in contemporanea nelle due strutture. E in tanti, soprattutto anziani, ci chiedono di tornare a trasmettere la messa in tv o streaming".

E’ un’opzione al vaglio?

"La speranza è che l’emergenza si risolva e le limitazioni decadano".

Un appello alla comunità?

"Non vivere nella paura. Questa è una realtà che dobbiamo affrontare avendo un comportamento che tenga conto che esistono gli altri e consapevoli che l’uomo non può sentirsi padrone di tutto".