Inviata di guerra: "La propaganda è un nemico"

La giornalista Stefania Battistini domani a Certaldo. È tra i protagonisti del Premio Boccaccio . .

Inviata di guerra: "La propaganda è un nemico"
Inviata di guerra: "La propaganda è un nemico"

CERTALDO

Tutto pronto per la 42esima edizione del Premio letterario Giovanni Boccaccio, in programma da stasera a domenica. Tra i tre vincitrici c’è la giornalista e inviata di guerra Stefania Battistini, testimone dell’attuale conflitto in Ucraina. "Da 24 febbraio 2022 stiamo assistendo in diretta alla prima invasione su larga scala dalla fine della Seconda Guerra Mondiale – sottolinea –. Le scene di tortura che abbiamo visto sui soldati ucraini non ci aspettavamo più di vederle". Per chi va al fronte per raccontare la guerra ci sono tante sfide da affrontare. "La più grande è rimanere lucidi – spiega – perché si devono guardare in faccia realtà molto dolorose, inumane. Allo stesso tempo è importante riuscire a raccogliere le prove e le testimonianze, confrontarle e raccontare soltanto quelle verità che si è riusciti a documentare. Parlo di verità sapendo che filosoficamente è un concetto impossibile da raggiungere, ma il dovere del giornalista è quello di avvicinarsi quanto più possibile ai fatti e alle prove". Battistini è tornata ben 12 volte sulle scene del conflitto in 19 mesi dall’inizio della guerra. "Quello che più ferisce di questa aggressione è il tornare. Speriamo sempre di incontrare le persone con cui abbiamo condiviso un pezzo di strada e di trovarle vive. Sono sempre più stanche e più affaticate, gli anziani sempre più malati. La difficoltà enorme è far arrivare le medicine e organizzare gli ospedali. Quello che colpisce è la resistenza e la forza del popolo ucraino, da una parte, e il senso di impotenza rispetto a una situazione che non vede vie d’uscita in questo momento". Anche una inviata di guerra sul campo ha dei nemici da combattere. "Sono due: il primo è saper gestire la paura, che è un’emozione importantissima perché ci mette in allarme e ci fa capire quando c’è una situazione di pericolo, aiutandoci a fare delle scelte. L’altro nemico è la propaganda, perché mai come oggi con i social siamo soggetti a una tempesta di informazioni e, quando sei sul terreno, è fondamentale verificarle. Secondo me il giornalismo è rimasto un mestiere antico e, come diceva Enzo Biagi, l’unico modo per farlo è andare, vedere coi propri occhi e poi raccontare".