Inchiesta keu, il silenzio è inquietante: "Dai veleni alle mafie, la verità verrà a galla"

Massimo Giletti è stato il primo a trattare il caso su una tv nazionale: "Curioso il rifiuto del comitato. Ma la porta è sempre aperta"

Massimo Giletti durante la pontata di mercoledì sera di "Non è l’Arena"

Massimo Giletti durante la pontata di mercoledì sera di "Non è l’Arena"

La bottiglietta è sempre lì. Contiene l’acqua prelevata da una delle case che costeggiano la 429, la strada dei veleni dove sono state scaricate ottomila tonnellate di keu. È pronta per essere bevuta. Nessuno però finora l’ha fatto. Almeno non davanti alle telecamere di ’Non è l’Arena’. Massimo Giletti, conduttore della trasmissione in onda su LA7, non si arrende. Il suo programma è stato il primo a portare alla ribalta nazionale lo scandalo che ha travolto il settore conciario.

Giletti, cosa l’ha colpita di più in questa vicenda? Il canale Usciana a due colori, le intercettazioni choc o le reazioni imbarazzate della politica?

"Il silenzio. Inquietante. E l’ambiguità dei politici. Le non risposte a domande ben precise. Non ci si può trincerare dietro a un ’Aspettiamo i magistrati’. Non si possono chiudere gli occhi".

Che altro?

"L’ombra della ’ndrangheta fa rabbrividire. Mi viene in mente Berlinguer, la sua battaglia per la trasparenza. Quando vedo Giani trincerarsi dietro a frasi di circostanza e retorica provo tristezza".

Nella sua trasmissione ha lanciato un messaggio preciso anche ai cittadini che questi veleni li hanno subiti...

"Guardi, ci sono rimasto male che non si siano presentati in trasmissione. Ho letto la loro risposta e posso dire che li avevamo invitati con anticipo, il venerdì per il mercoledì successivo".

Poi cosa è successo?

"Hanno preso tempo e il martedì ci hanno detto che non potevano partecipare per motivi di lavoro. Lo trovo curioso, anomalo. Fare giornalismo vuol dire dar voce ai cittadini e coinvolgerli. Per questo vorrei fare un appello".

Prego.

"Insieme si vince e noi li aspettiamo, perché queste battaglie sono importanti. Spero che dietro al loro rifiuto non ci siano ideologie politiche".

Prima di ’Non è l’Arena’ nessuna tv aveva dedicato un’inchiesta allo scandalo keu. Come se lo spiega?

"Ognuno risponde a se stesso, alle proprie linee editoriali. Il nostro obiettivo è andare a cercare ciò che gli altri non vedono o fanno finta di non vedere. Accendere i riflettori dove gli altri li spengono".

Che ne sarà della famosa bottiglietta?

"È qui. Non si muove. E prima o poi racconteremo quali sono i contenuti di questa bottiglietta. Perché continueremo a fare le domande anche se ci sbattono la porta in faccia".

Ci sarà quindi una nuova puntata dedicata al keu?

"Sì. Abbiamo incontrato l’ex presidente Rossi, ha parlato a lungo. Abbiamo incontrato anche Ledo Gori che invece è fuggito. E chissà quanti fuggiranno ancora. Aspettiamo anche di parlare con i conciatori, spero non facciano come i politici...".

L’immagine della Toscana ne esce a pezzi.

"La Toscana è una terra bellissima, pensare che possa essere avvelenata è orrendo. Proprio per questo dobbiamo andare fino in fondo. Ah, chiedo scusa al sindaco di Asciano: mentre parlavamo di keu sono andate in onda le immagini di questa bellissima cittadina. Loro con i veleni non c’entrano ma identificano la bellezza della Toscana". Già, a volte, per chiarire, basta parlare e magari chiedere scusa.

Alessandro Pistolesi