
Il sindaco di Empoli, Alessio Mantellassi, al seggio per il referendum
L’esito dei referendum, dopo il mancato raggiungimento del quorum, scatenano il duello politico. Il Pd, con il segretario Jacopo Mazzantini, rileva in zona una "partecipazione nettamente superiore alla media nazionale, che gratifica il lavoro instancabile dei tanti volontari, anche del Partito Democratico, che in questi mesi hanno portato avanti generosamente la campagna referendaria". Ma ammette: "Non c’è stata nessuna spallata al Governo Meloni, occorre essere franchi e il risultato referendario rispetto ai quesiti è quello di una sconfitta, ma guai ad aprire le solite discussioni ombelicali che ci rendono autoreferenziali agli occhi della gente e acuiscono quella frattura fiduciaria già profonda fra partiti e cittadini – dice –. Parta, piuttosto, da qui un confronto propositivo nel Pd e con il centrosinistra tutto, per condividere proposte in grado di rispondere a quell’istanza di rappresentanza e protezione che esce da queste urne e che da tempo proviene dal mondo del lavoro, inteso in senso lato, in un Paese, l’Italia, che in Europa negli ultimi 30 anni si è caratterizzato per la peggiore regressione del potere di acquisto degli stipendi". Il Comitato referendario Empolese Valdelsa sottolinea che c’è stato "oltre il 43% di affluenza con il sì sui quesiti del lavoro intorno al 90% e sulla cittadinanza al 70% – spiega – . Un risultato importante che ha contribuito a fare della provincia di Firenze, la provincia con i risultati migliori in Italia. Ringraziamo le circa 55mila persone che nell’Empolese-Valdelsa sono andate a votare, chiedendo loro di rafforzare il loro impegno per cambiare questo paese e per sostenere una nuova idea di società fondata sulla dignità e stabilità del lavoro, sul rispetto delle persone".
Gianluca Lacoppola (responsabile Cgil Empolese Valdelsa): "Non nascondiamo il fatto che non siamo riusciti a comunicare a un più ampio numero di persone il senso di speranza che rappresentavano questi referendum per migliorare la condizione materiale di chi lavora. Parlando tutti i giorni con centinaia di persone non abbiamo trovato quasi mai ostilità alle nostre proposte, ma spesso un senso di disillusione, di convinzione che le cose non si possono cambiare. Non essere riusciti a dare speranza a tante di queste cittadine e cittadini è la delusione maggiore". "Dispiace anche non essersi potuti misurare sul merito dei quesiti, perché chi era contrario è fuggito dal confronto. Non hanno vinto i No, ha prevalso l’astensione – prosegue il sindacalista – e in un sistema democratico fondato sulla partecipazione non è un bel segnale, e chi si intesta il risultato di tale astensione compie un atto inappropriato e pericoloso.
Fratelli d’Italia parla di "fallimento politico" dei Dem e della Cgil. E attacca: "Il risultato dei referendum sul lavoro e sulla cittadinanza rappresenta, a caldo, una sonora bocciatura della strategia politica e comunicativa messa in campo dalla sinistra italiana, sindacale e partitica – spiega Isacco Cantini, coordinatore di Fratelli d’Italia Empoli –. Ancora una volta, emerge in modo inequivocabile quanto la sinistra sia distante anni luce dai problemi reali delle persone. Il flop di questa consultazione popolare segna il fallimento di una narrazione ideologica, infarcita di slogan e priva di soluzioni credibili per il Paese". ""I dati parlano chiaro – prosegue Cantini –: segno evidente che i cittadini non si sono riconosciuti in quesiti costruiti più per alimentare la contrapposizione politica".
"La prima vera sconfitta – osserva ancora – non è tanto della Cgil, che almeno ha mantenuto una certa coerenza interna, quanto del Partito Democratico, incapace di proporre una linea chiara e credibile. È lo stesso Pd che ha approvato il Jobs Act che oggi tenta goffamente di riposizionarsi a sinistra, rincorrendo i toni più radicali nella speranza di rianimare un consenso in caduta libera. Ma gli italiani non dimenticano e non si lasciano più ingannare: chiedono serietà e concretezza, non slogan né scorciatoie".