
Incontri internazionali per rilanciare le relazioni del distretto delle filiera delle pelle con Paesi che sono, e potranno diventare, strategici a nuove politiche di sviluppo. Succede in un tempo ancora segnato da incertezze che sono piombate su quello che doveva essere l’anno della piena ripresa, a causa del’impennata dei costi, della pandemia che non ha del tutto mollato la presa. E della guerra che ha destabilizzato gli scenari. Resta, tuttavia, l’importanza di tessere nuove relazioni.
E’ in questo contesto che il ministro dell’artigianato e dei mestieri del Madagascar Sophie Ratsiraka è stata in visita, martedì scorso, all’Associazione Conciatori, nell’ambito di una missione istituzionale che ha portato una delegazione governativa del Madagascar nel distretto conciario del Comprensorio. Ad accogliere il ministro, il presidente Associazione Conciatori Ezio Castellani, che le ha illustrato struttura e storia del distretto, insieme alle diverse caratteristiche delle aziende conciarie toscane. Con il Ministro erano presenti Helinoro O.Tianamahefa, chargè d’affaires dell’ambasciata del Madagascar in Italia, Edmond Ranaivosoloarimalala, consigliere economico Ambasciata a Roma, Jean Jacques Ramaroson, consigliere affari consolari Ambasciata, Christian Ranaivo e Hery Raktondratsima, Pmi partenariato Madagascar Italia.
"Ringraziando l’Associazione Conciatori per l’opportunità di questo incontro e per gli interessanti contenuti che ci ha offerto ci auguriamo di poter sviluppare futuri scambi utili ad entrambi i Paesi" ha detto il Ministro, lodando gli standard di lavorazione del distretto che ha potuto conoscere direttamente sul campo: la visita del ministro è infatti proseguita alla conceria Incas, dove la delegazione è stata accolta dall’imprenditore Piero Rosati, e si è conclusa presso la conceria Sciarada.
La visita del ministro Ratsiraka segue i recenti incontri che nelle scorse settimane hanno portato all’Associazione Conciatori prima il console dell’Indonesia, poi una delegazione dell’Ambasciata del Bangladesh, per un progressivo ritorno alle attività di relazioni internazionali che sta procedendo di pari passo con il superamento dello stato di emergenza post-pandemico. Una lavoro prezioso a servizio di un distretto la cui produzione d’eccellenza è fortemente vocata all’export, la cui quota – rispettivamente al volume complessivo d’affari – supera ampiamente il miliardo di euro l’anno.
Carlo Baroni