
MONTESPERTOLI (Firenze) La notizia come un fulmine a ciel sereno. Il colosso dei radar chiude l’unico stabilimento italiano - a Montagnana,...
MONTESPERTOLI (Firenze)La notizia come un fulmine a ciel sereno. Il colosso dei radar chiude l’unico stabilimento italiano - a Montagnana, Montespertoli - e licenzia i 27 dipendenti con l’intenzione di trasferire la produzione in Messico. Esplode il caso della Navico Rbu Italia Srl. Nel 2015 i primi segnali di sofferenza con il taglio di due posti dovuti al rifiuto dei due lavoratori in questione di trasferirsi in Nuova Zelanda. Che i nervi fossero tesi lo si sapeva, ma nulla lasciava intendere quanto accaduto martedì scorso: lettera di licenziamento collettiva. Tutti a casa. Una scelta, quella del Gruppo Navico, dettata dall’esigenza di ridurre i costi e riorganizzarsi chiudendo 8 stabilimenti su 11, incluso quello di Montagnana.
Fine della storia, dunque, per un’azienda che dal 1981 si occupa di apparecchiatura sofisticate per imbarcazioni civili. Un gioiellino destinato a naufragare nonostante goda di ottima salute con fatturati in positivo e numeri in crescita. Il primo tavolo all’Unità di Crisi della Regione Toscana è servito a Fiom Cgil per chiedere il ritiro dei licenziamenti ed evitare la chiusura. Al confronto, l’azienda si è presentata in collegamento da remoto, con l’amministratore delegato del gruppo Brunsvvick, fondo di investimento proprietario di Navico. Presente Valerio Fabiani, consigliere delegato all’Unità di Crisi per Eugenio Giani, e il sindaco di Montespertoli Alessio Mugnaini. "Abbiamo chiesto il ritiro della procedura di licenziamento collettiva- ha dichiarato Stefano Angelini, segretario generale Fiom Firenze-Prato-Pistoia - E che per incontri così importanti l’azienda garantisca la presenza fisica. Che si consideri qualsiasi altro tipo di soluzione per scongiurare il licenziamento in tronco. Vogliamo capire se ci sono le condizioni per trovare un acquirente, salvare 27 posti di lavoro". "Da più di quarant’anni facciamo radar su mari calmi e tempestosi, grazie per averci affondato". E’ il grido di Sergio, Bruno, Nicoletta e di tutti gli altri lavoratori che portano avanti la mobilitazione. "C’è preoccupazione per l’atteggiamento disumano riservato ai lavoratori - commenta Mugnaini - E’ una seconda Gkn, stesso modus operandi. Dal nulla, una Pec". Le parti si incontreranno il 6 febbraio.
Y.C.