I ceramisti in ginocchio: "Si rischia di spegnere i forni per sempre"

L’associazione che racchiude 40 artigiani: "La situazione è ancora più critica rispetto al lockdown"

MONTELUPO FIORENTINO

Caro energia: la grande preoccupazione dei ceramisti. Si preannuncia un periodo davvero critico per il settore della ceramica, per sua natura altamente energivoro, a causa dell’aumento esponenziale delle bollette.

Il direttivo dell’Associazione Strada della Ceramica di Montelupo si è riunito alla Fornace del Museo di Montelupo con l’obiettivo di avviare azioni di sensibilizzazione sul tema. Forni spenti? Le potenziali conseguenze potrebbero essere drammatiche.

"A causa del caro energia – spiegano gli artigiani ceramisti – i costi di produzione lievitano, e per gli acquirenti è più conveniente rivolgersi a produttori di altri Paesi, investiti dalla crisi energetica in misura minore". Ne conseguono commesse annullate e una situazione che rischia di portare allo spegnimento temporaneo o permanente dei forni. "C’eravamo appena ripresi dal disastro economico del lockdown, ma il rincaro dei costi energetici è molto peggio del Covid: in questo caso rischiamo di spegnere i forni e chiudere tutti" si sfoga Paolo Piatti, del direttivo della Strada della Ceramica di Montelupo. È un settore dai numeri ancora importanti quello della ceramica a Montelupo. Un settore che ha fatto la storia economica del territorio e che ha ancora tanto da raccontare.

"Se ci fermiamo – proseguono, preoccupati, gli addetti – non solo vanno a casa centinaia di lavoratori del comparto ceramico di zona, ma anche tutto l’indotto: gli scatolifici che dipendono dai nostri prodotti, per dirne solo una. Sarebbe una catastrofe sociale. È necessario che regione e governo prendano provvedimenti urgenti. Abbiamo bisogno di aiuto ora. O facciamo notizia solo se chiudiamo?". Gli artigiani della Strada della Ceramica chiedono quindi con forza al Governo immediati provvedimenti risolutivi. Prima che sia troppo tardi.

"Siamo una piccola associazione, 40 aziende. La nostra presa di posizione può sembrare solo una goccia nel mare – spiega Ivana Antonini, vicepresidente dell’associazione – Ma in questo momento difficile, tutti siamo chiamati a far sentire la nostra voce: questa goccia, la nostra, insieme a tante altre gocce può fare la differenza".