SIMONE CIONI
Cronaca

Godano più folk. In concerto con i Guano Padano

Il bassista dei Marlene Kunz torna un anno dopo per presentare il secondo album da solista.

Cristiano Godano, il secondo da sinistra, insieme ai Guano Padano, con cui domani sera presenterà il suo nuovo album al Parco di Serravalle a Empoli

Cristiano Godano, il secondo da sinistra, insieme ai Guano Padano, con cui domani sera presenterà il suo nuovo album al Parco di Serravalle a Empoli

Con i Marlene Kuntz ha aperto nel 2024 il Beat Festival. Dopo un anno Cristiano Godano torna ad Empoli, sullo stesso palco nel parco di Serravalle per una delle tappe del "Stammi accanto tour". Domani sera (ore 21) accompagnato dalla band Guano Padano il poliedrico artista piemontese, cantante, chitarrista, autore, attore e scrittore, presenterà il suo secondo album da solista. Aprirà Centherbe, cantautore con radici profondamente rock.

Ricordi dell’ultima esibizione? "Quando sono venuto l’anno scorso con i Marlene Kuntz per festeggiare i trent’anni dall’album "Catartica" mi ricordo una gran bella atmosfera, con un pubblico voglioso di buona musica. Poi anche la location con il palco immerso nella natura aiuta".

Come nasce il nuovo album? "Da un punto di vista spazio temporale, nel periodo post pandemico quando vivevo a Roma. Da un punto di vista metafisico, invece, dalla necessità di uscire da quel torpore".

Quali temi ci troviamo? "Mah...ogni canzone vive per conto suo, direi il disincanto esistenziale, il tema della speranza, solitudine, l’amore nelle sue varie sfaccettature, o ancora in una canzone ripesco dalla memoria un frangente importante e molto sentimentale della mia vita".

In cosa è diverso dal primo? "È meno folk e più rock, però entrambi sono accomunati dall’attitudine all’intimità e alla potenza della dolcezza".

Come nascono i suoi testi? "A volte ho già in testa dove voglio andare, altre volte mi lascio guidare dalla musica, cerco di spremere l’immaginazione e sollecitare l’ispirazione. Oppure talvolta mi lascio guidare da una sensazione o un’emozione più connessa all’attualità".

Scrittore, cantante, chitarrista, c’è una parte in cui si riconosce maggiormente? "Onestamente no, direi che sono equamente divise anche se mi riconosco una buona capacità sia di scrivere canzoni e testi sia a livello di performance sul palco".

Quale è il suo rapporto con il palcoscenico e il pubblico? "Per me il palco è un luogo magico, vitale in cui l’adrenalina è capace di trasformati. Ci sono delle volte che prima di esibirmi vorrei andare a dormire e invece appena metto piede sul palco cambia tutto. Con il pubblico c’è sempre un reciproco scambio, io sono il cantante e quindi devo essere il primo a cercare di trascinare gli spettatori, ma allo stesso tempo la mia performance si accende tanto più il pubblico mi restituisce la sua passione".

Una canzone a cui è più legato? "Ho scritto circa 150 canzoni e sicuramente in ogni album c’è ne sarà una più riuscita delle altre, ma in questo momento faccio fatica ad individuarne una".

Alla luce della sua lunga carriera, come giudica il mondo della musica? "Un po’ a rischio, so di parlare come un ‘vecchio abbarbicato’ al passato, ma con l’avvento di internet c’è stata una frattura netta e, a mio avviso, negativa. Questo nuovo modo di fare e ascoltare la musica ha tolto remunerazione ai musicisti e sebbene della buona musica sarà sempre prodotta e resisterà, con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale andrà ancora peggio".

Simone Cioni