Gli auguri di don Guido Engels: "Pensiamo al bene della città"

Il proposto della Collegiata di Empoli: "Prendiamo la Pasqua come un momento per rivedere la vita"

Gli auguri di don Guido Engels: "Pensiamo al bene della città"

Gli auguri di don Guido Engels: "Pensiamo al bene della città"

EMPOLI

La Santa Pasqua è alle porte. Tra guerre e tensioni, vita e morte, rinascita e nuove sfide, ne parliamo con il Proposto della Collegiata di Empoli don Guido Engels.

Don Guido, che momento è questo, per la fede?

"C’è n’è bisogno. Lo vedo entrando nelle case degli empolesi. Le persone sentono la mancanza di punti di riferimento. Specie a una certa età, vedono che il mondo intorno a loro, edificato con fatica, sta crollando e non ne nasce uno nuovo. Non ci sono proposte chiare".

Lo stesso per i più giovani?

"Sentono più di tutti il disagio sociale, si accontentano di progetti piccoli e limitati. Nasce l’insoddisfazione, che sfocia in chiusura, paura, abbattimento. Sono arrabbiati. Senza puntare il dito contro nessuno, ma le famiglie sono sfasciate, questo porta all’individualismo. Ci si rifugia in tv, computer e telefonini".

Come vivere questa Pasqua?

"Consiglio di prenderla come un momento per rivedere la vita. Pasqua significa entrare con Cristo nella morte, nella realtà della sofferenza senza scappare per poter risorgere. Portare la propria croce è una salvezza, ci tiene coi piedi per terra, ci fa capire i nostri limiti. E’ un’occasione per interrogarsi sul senso della vita. Che fai? Qual è il tuo progetto? E’ per il bene comune? Ti porta a considerare l’altro un arricchimento? O un avversario? Pasqua è un invito a vivere bene i sacramenti, le celebrazioni".

E come vanno?

"Sono sorpreso. La gente vuole capire bene, conoscere il perché della fede, come questa può cambiare la loro vita. Non riscontro un particolare calo delle presenze in chiesa (anche se dopo il covid, gli anziani escono sempre meno). C’è consapevolezza maggiore. Dove ci si sente accolti e ascoltati, si partecipa. Questo è alla base del cristianesimo. E della politica, in fondo".

In che senso?

"Un politico che non ascolta e non accoglie, dove va? Bisogna capire cosa cercano i cittadini prima di dire “io so qual è il bene degli altri“".

A proposito, siamo in piena campagna elettorale. Qualcosa da dire ai candidati sindaci?

"Nella politica senza l’amore non si combina nulla, non si troverà mai un bene comune. Non bisogna vivere l’altro come avversario, o si innesca il senso di paura, che diventa pericoloso e porta all’aggressività".

Proprio ieri si parlava di bodyshaming…

"Cogliamo l’occasione della Pasqua per invitare al raccoglimento, a dosare bene le parole. Proporre un progetto per la città non significa imporre una visione, per quanto buona sia. Nessuna visione è risolutiva. Ho bisogno di chi la pensa diversamente da me e con lui dovrò collaborare, avere un confronto. Insieme si può sempre costruire".

Scuola chiusa per fine Ramadan: favorevole o contrario?

"Sono stato uno dei promotori dell’apertura di una sede empolese dove i nostri fratelli musulmani potessero riunirsi nel pieno rispetto delle altre religioni. Nella scuola di Pioltello hanno fatto bene; laddove la stragrande maggioranza dei bambini è musulmana trovo giusto sospendere le lezioni, si recupereranno. Non è un gesto offensivo per nessuno".

Un augurio agli empolesi?

"Riscoprire la bellezza di quello che il Signore mi ha dato. La famiglia che ho è quella adatta per me, perché io mi ci possa misurare e scontrare, capendo meglio chi sono. Alla famiglia devo portare il mio contributo, che poi allargherò all’altro, alla comunità. Per chiudere il cerchio, auguro a tutti di pensare al bene della nostra città, disposti a collaborare con gli altri al di là delle idee".

A questo punto, un augurio al futuro sindaco?

"Avrà bisogno del sostegno di tanti. Gli auguro di accettare umilmente questo aiuto. Che entri nella logica di servire la città guidato dall’amore. Ora il momento è difficile, facile alzare i toni. Non c’è benessere economico, che però non può essere lo scopo della vita. Un benessere che tenga conto della totalità della persona, del suo spirito, è importante. Che lo coltivi, sempre".

Ylenia Cecchetti