GIOVANNI FIORENTINO
Cronaca

“La Gioconda è nostra”. I discendenti di Leonardo fanno causa alla Francia per riaverla

Vivono in Toscana ed hanno presentato ricorso al Consiglio di Stato transalpino per chiedere la restituzione del capolavoro

La Gioconda di Leonardo

La Gioconda di Leonardo

Vinci (Firenze), 10 maggio 2024 - Un ricorso al Consiglio di Stato della Francia, per chiedere la restituzione della Gioconda ai quattordici presunti discendenti diretti di Leonardo Da Vinci. Sembra quasi uno scherzo o una «boutade», per dirla in francese. Invece è quel che ha promosso nei giorni scorsi l’associazione «International Restitutions», che si presenta come una Ong «il cui scopo statutario è quello di garantire la legalità della composizione delle collezioni museali pubbliche».

E alla luce di tutto ciò, la giustizia transalpina ha già protocollato l’atto in questione lo scorso febbraio. Ma su quali presupposti si basa questa vera e propria azione legale? In una nota, l’associazione ha fatto innanzitutto sapere di agire in nome dei quattordici eredi di Leonardo individuati qualche anno fa dagli studiosi Alessandro Vezzosi e Agnese Sabato: di loro si sa che abitano in Toscana, ma i loro nomi non sono stati resi noti e nemmeno la loro provenienza specifica. La tesi sostenuta da International Restitutions punta il dito contro l’acquisizione della Gioconda da parte del re di Francia Francesco I, che a detta dell’associazione sarebbe in sostanza avvenuta illegalmente.

Per due ragioni: innanzitutto perché non esiste alcun atto che certifichi la vendita o la donazione del dipinto. E poi perché, sempre secondo la Ong in oggetto, il sovrano francese si sarebbe in realtà appropriato dell’opera grazie al «diritto d’albinaggio»: questa legge, in vigore nella Francia del XVI secolo, faceva sì che i beni dei cittadini stranieri deceduti senza figli sul territorio francese (come nel caso del Genio, per l’appunto) venissero ereditati dalla corona. E l’associazione ha posto in evidenza l’incompatibilità fra quella norma e le attuali leggi.

«Tale acquisizione, poiché la decisione impugnata continua a produrre i suoi effetti anche oggi, è contraria agli articoli 1 e 17 della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino del 26 agosto 1789 – ha detto Robert Casanovas, docente nonché presidente di International Restiturions - all’articolo 17 della Dichiarazione universale dei diritti umani del 10 dicembre 1948 e dell’articolo 1 del protocollo addizionale alla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. La Gioconda appartiene effettivamente ai discendenti di Leonardo: il primo atto di appropriazione di Francesco I sotto la copertura del diritto d’albinaggio è giuridicamente inesistente. E non può produrre alcun effetto, né creare alcun diritto a beneficio dello Stato francese».

Toccherà adesso al Consiglio di Stato esprimersi sulla questione. E anche in caso di rigetto della richiesta (per quello che ad oggi sembra un esito scontato) Casanovas ha già esternato l’intenzione di presentare ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’Uomo.