
Gambassi verso il voto Il sindaco Campinoti non si sbilancia sulla terza candidatura
di Bruno Berti
Gambassi Terme, uno dei comuni piccoli della nostra zona (sotto i 5.000 abitanti) è tra quelli per cui il sindaco in carica, Paolo Campinoti, non avrebbe nessuna difficoltà di legge a ripresentarsi, come il suo collega montaionese, Pomponi, di cui abbiamo parlato nella scorsa puntata dell’inchiesta nei nostri comuni a un anno circa dalle amministrative. Però, dove Pomponi era stato possibilista sulla ricandidatura, il suo pari grado gambassino è, al momento, più amletico. Da quel poco che si riesce a capire, la questione dell’eventuale ricandidatura è in una fase di definizione nelle file del Pd e del centrosinistra e sarebbe prematuro per ora esprimere un sì o un no. Stando ai si dice, il processo è rallentato da una serie di impegni, non soltanto del primo cittadino, e non certo da particolari problematiche politiche. D’altra parte vale sempre il discorso per cui un sindaco che ha già fatto due legislature potrebbe affrontare la terza con una dose non eccessiva di patemi d’animo.
Infatti, Campinoti è stato eletto per la prima volta nel 2014 e confermato nel 2019. Nove anni fa fu eletto con il 54,28 dei voti con una lista di centrosinistra, seguito nelle preferenze da parte degli elettori gambassini da Carlo Posarelli con la lista ‘Gambassi si cambia!’ al 18,04%, a cui teneva dietro Simone Capezzoli del M5S con il 13,13%. C’era poi Marco Cordone (Lega, Forza Italia e Basta euro) con il 7,66%, seguito, infine, da Maria Rita Vanni di ‘Gambassinistra’ con il 6,89%. Cinque anni dopo, nel 2019, la lotta per la poltrona più alta del Comune si restrinse a due contendenti: ancora Campinoti con la lista di centrosinistra ‘Gambassi c’è’ che vide aumentare i suoi consensi al 76,56% dei suffragi, battendo la lista di centrodestra guidata da Nicola Borri, che si aggiudicò il 23,44% dei consensi. Come si vede, tra una consultazione e l’altra, è aumentato il consenso per Campinoti, anche se la lotta nel 2019 era ristretta a due soli contendenti con un effetto polarizzazione. Nelle amministrative scorse di Gambassi Terme c’è da considerare anche un risultato importante all’interno del centrodestra. I 4 consiglieri di minoranza andati alla lista erano tutti della Lega, un saldo monocolore verde, si potrebbe dire, propiziato anche dal lavoro di lunga lena, pluriennale, di un dirigente storico della Lega, Marco Cordone, ora vicesegretario provinciale del partito e consigliere comunale a Fucecchio, dopo un lungo periodo sui banchi dell’opposizione proprio a Gambassi.
L’esponente leghista non ha però intenzione di abbandonare la cittadina valdelsana, e, infatti, ai primi di luglio sarà presente al gazebo allestito dal suo partito per presentare ai cittadini alcune proposte, a partire da quella su rapporti nuovi tra la cittadinanza e l’amministrazione comunale. Andrea Picchielli, anche lui esponente della Lega, parla di un ragionamento complessivo da fare con gli alleati per individuare le proposte migliori. Quindi sulle candidature si vedrà. "Per Gambassi credo comunque che si dovrà tener conto del ruolo del nostro partito, per cui Cordone ha lavorato bene", come testimoniato dai risultati di quattro anni fa. A proposito di risultati, è bene ricordare che le amministrative del 2024 vedranno nella stessa tornata anche le elezioni europee. E allora, ai fini delle valutazioni per i comuni, si dovrà tenere conto del fenomeno avvenuto nel 2019, quando le elezioni per l’Europarlamento fecero registrare risultati da infarto per il centrosinistra, che però sul fronte delle amministrative permisero di portare a casa i risultati abituali, undici sindaci su undici.
(4 - continua)