Galante, ricordi in azzurro: "Empoli è scuola di vita"

L’ex giocatore ripercorre il suo periodo al Castellani: dai 13 ai 18 anni . L’aneddoto: "La patente di guida me l’ha fatta prendere Luciano Spalletti".

Galante, ricordi in azzurro: "Empoli è  scuola di vita"

Galante, ricordi in azzurro: "Empoli è scuola di vita"

di Ilaria Masini

EMPOLI

Fabio Galante, l’Empoli è atteso da tre sfide contro Sassuolo, Genoa e Lecce. Ce n’è una più complicata delle altre?

"Sono da affrontare tutte con la stessa mentalità e con l’idea-base che, contro queste squadre, i punti valgono doppio perché non hanno una classifica molto diversa rispetto agli azzurri, quindi si devono considerare gare-salvezza. Io in carriera ho giocato tante volte per salvarmi e in questo tipo di sfide si deve sempre tirare fuori il meglio".

Iniziando dal Sassuolo, il pericolo numero numero uno è Berardi?

"È il giocatore con più talento e fa la differenza. Da tempo ha addosso gli occhi delle grandi squadre ed è la pedina neroverde che, da un momento all’altro, può risolvere la partita. Il Sassuolo è una formazione particolare perché l’ultima partita che ha vinto è stata in casa dell’Inter a settembre poi, subito dopo, ha perso in casa col Monza e ha raccolto solo sconfitte e pareggi. Forse vogliono mettersi in mostra contro le big, trascurando gli impegni sulla carta più agevoli".

Anche l’Empoli ha fatto un’impresa al "Maradona" ed è stata subito prima della sosta. "Sì, anche in precedenza aveva fatto una gran partita contro la Fiorentina. Successi inaspettati e importantissimi".

Qual è il punto di forza dell’Empoli?

"Hanno meriti straordinari il presidente Fabrizio Corsi e i suoi dirigenti che si sono alternati negli anni. Hanno fatto sempre scelte azzeccate. Sanno fare calcio, basta guardare i giocatori e gli allenatori che sono arrivati ad altissimi livelli".

Lei ne sa qualcosa...

"Sono arrivato a Empoli a 13 anni e sono venuto via a 18. La patente me l’ha fatta prendere Luciano Spalletti, a Sovigliana. Lui era il "veterano" compagno di squadra e mi faceva guidare dal campo di allenamento a casa sua".

Sono stati anni straordinari per lei?

"Devo tanto a Empoli, a Corsi a Silvani Bini perché mi hanno cresciuto e insegnato come si sta al mondo. È stata una scuola di vita e di valori".

Per l’Empoli lo scorso anno contro il Sassuolo è stato decisivo Baldanzi per l’1-0. Lo vede ancora a lungo in azzurro? "Avrà chances per andare in una grande squadra, ma più si sta a Empoli e più si diventa uomini".

Che consiglio gli darebbe?

"Ai giovani dico che chi ha la fortuna di crescere a Empoli sa anche quando è il momento giusto per partire".

Di Andreazzoli che opinione ha?

"É un allenatore super affidabile. Hanno fatto bene a puntare su di lui che conosce l’ambiente, il presidente e il direttore Accardi. È una garanzia, un uomo di calcio e mi piace come insegna, come si pone e come gioca. È stata una scelta azzeccata nel momento in cui hanno deciso di cambiare Zanetti, bravo anche lui che ha iniziato male questa stagione, ma aveva fatto molto bene l’anno precedente".