Con tenacia e passione, una pedalata, una bracciata ed un passo di corsa alla volta, da olimpionico di canottaggio è diventato campione di Ironman. Lorenzo Carboncini, 45 anni di Limite sull’Arno, dopo aver appeso al chiodo la barca delle tante fatiche e delle altrettante soddisfazioni (quattro olimpiadi disputate, di cui medaglia d’argento a Sidney 2000 nel 4 senza; oro ai mondiali 2004, solo per citare alcune perle del suo lungo palmarès), ha deciso di dedicarsi a un altro sport. Anzi a tre discipline contemporaneamente, e domenica scorsa ha vinto la sua prima gara di triathlon. Non una qualsiasi, ma l’Elbaman, una delle più dure d’Europa: 3,2 km a nuoto (scontati 600 metri per il mare mosso), 180 chilometri in bici e 42 di corsa. Roba da uomini di ferro.
Carboncini ha coperto le tre distanze in 9 ore e 52 minuti, tagliando per primo il traguardo di Marina di Campo davanti allo svizzero Sami Gotz a oltre 10 minuti. Sul podio Carboncini ha sfoggiato orgogliosamente i colori dell’Empoli Triathlon, la società che lo ha tesserato e che grazie all’eterno campione di Limite rimarrà negli annali di questa prestigiosa manifestazione. Per altro, della spedizione all’Elba facevano parte anche altri validi atleti del team azzurro che si sono distinti. Quinto assoluto è arrivato Luca Rocchi con un tempo di 10 ore e 59 minuti; Klizia Morelli, nella distanza media, è arrivata 2° di categoria e Niccolò Capecci 5° di categoria. Dal vogatore al triathlon per Carbonicini il passaggio non è stato immediato.
"Finita la carriera con l’Olimpiadi di Londra 2012, avevo cominciato a praticare il ciclismo per continuare a tenermi in forma – racconta – Avevo iniziato a gareggiare in mountain bike, ma quando ho visto che ogni settimana c’era un impegno agonistico ho mollato. Le due ruote però mi piacevano e ho continuato su strada. Nell’agosto 2018 sono rimasto vittima di una brutta caduta. Ne sono uscito con 10 costole, una clavicola e due vertebre rotte. Per la riabilitazione mi consigliarono il nuoto. Dopo un paio di lezioni, ero già a prendermi il tempo sui 100 metri. Sono fatto così: mi piace sempre mettermi alla prova".
Acquisito lo stile in acqua, l’ex canottiere ha sentito di essere pronto per la nuova avventura. "La corsa ha sempre fatto parte dei miei allenamenti di canottaggio, la bici mi piaceva e avevo già un buon ritmo, con l’acqua avevo familiarizzato bene, a quel punto – prosegue – ho contattato l’Empoli Triathlon. Nell’agosto 2019 ho fatto la mia prima gara. Non guardavo più alle classifiche, questa vittoria è arrivata con naturalezza e, ovviamente, con tanto allenamento". Carboncini, sposato con Erika, babbo di Matilde di 18 anni e Mattia di 12, lavora in polizia all’aeroporto di Firenze. "Nelle ultime settimane di avvicinamento alla gara mi sono allenato anche 30 ore alla settimana, in ogni ritaglio di tempo. Se sono felice? Molto, erano anni che non sentivo una scarica di adrenalina così alzando le braccia al cielo. E sono anche contento di aver dato lustro a una società come l’Empoli Triathlon che si impegna molto".
Irene Puccioni