
L’esultanza di Fazzini dopo aver segnato il gol del momentaneo pareggio azzurro
di Simone Cioni
Stavolta il miracolo non è riuscito. Sul più bello, l’Empoli si smarrisce. Ancora un avvio choc con il Verona subito in vantaggio, poi una buona reazione e il pari a fine primo tempo non bastano perché nella ripresa l’unico tiro in porta (innocuo) degli azzurri arriva al 75’ con il neo entrato Anjorin. Una retrocessione che fa male, con tante attenuanti, ma anche con tanti limiti emersi nei momenti chiave della stagione. Per la terza volta di fila D’Aversa propone lo stesso undici iniziale con la sola eccezione di Goglichidze al posto di Marianucci.
La partita inizia nel peggior modo possibile: Serdar si destreggia al limite dell’area e infila l’angolino basso alla destra di Vasquez. Un Verona tonico e aggressivo mette in difficoltà gli azzurri, che provano a reagire sull’asse Gyasi-Fazzini, abili a costruire due importanti chance, che il fantasista viareggino non riesce però a concretizzare.
Il peso della posta in palio si sente soprattutto quando la palla arriva dalle parti della difesa azzurra, ma davanti l’Empoli con voglia e grinta prova a fare qualcosa. La partita procede un po’ a strappi, ma dopo il vantaggio il Verona di fatto non si vede più dalle parti di Vasquez.
L’Empoli così trova ancor maggior coraggio, soprattutto con Fazzini, di gran lunga il più intraprendente. È proprio lui che al 42’ si mette in proprio e ci prova dal limite, ma Periilli respinge in tuffo. Il portiere del Verona ci mette una pezza anche un minuto più tardi sul colpo di testa ravvicinato di Esposito, ma stavolta Fazzini arriva come un falco e ribadisce in rete anticipando i difensori scaligeri. Boato al Castellani-Computer Gross Arena. Come a Monza, ma prima dell’intervallo, l’Empoli riesce quindi a riemergere dalla fossa dove era sprofondato dopo pochi minuti e i risultati dagli altri campi danno una mano agli azzurri. Il Parma sotto di due reti a Bergamo, infatti, consentirebbe al Verona di salvarsi anche in caso di sconfitta.
Nella ripresa Zanetti, che ha dimostrato però di scendere in campo senza fare calcoli puntando a vincere (giustamente perché alla fine il Parma espugna Bergamo), piazza Dawidowicz a uomo su Fazzini, che rischia anche grosso quando a gioco fermo sbraccia colpendo il polacco alle sue spalle. Il Var, però, decide che l’episodio non è meritevole di revisione e tutto lo stadio tira un sospiro di sollievo.
L’Empoli fa collezione di angoli, ma fatica a creare vere e proprie occasioni da rete anche perché ha perso smalto. Così intorno all’ora di gioco D’Aversa si gioca le carte Colombo e Anjorin per alzare la fisicità e l’intensità di una manovra che nel secondo tempo si era un po’ affievolita.
A tornare in vantaggio, però, è il Verona nella seconda azione offensiva della sua partita: traversone dalla destra di Tchatchoua, Gyasi si addormenta, Bradaric gli passa davanti e insacca di testa. Castellani ammutolito ed Empoli che accusa il colpo. Negli ultimi minuti gli azzurri provano a mettere in mezzo tanti palloni, ma la difesa del Verona è sempre attenta e le ultime speranze azzurri si spengono su una punizione di Fazzini al primo minuto di recupero, che si spegne a lato di un soffio. Poi c’è spazio solo per le lacrime, tante quelle di Ismajli, e un battibecco tra Vasquez e Grassi mentre il Verona e Zanetti festeggiano sotto la Curva Sud. Adesso si apre il periodo dei bilanci.