REDAZIONE EMPOLI

È polemica sulle parole di Dargen. Falorni: "La politica è una cosa seria. Così veicola il messaggio sbagliato"

L’esternazione dell’artista sul palco dell’Ariston non va giù al presidente dell’Unione dei Comuni "Sulla mia scrivania problemi di disastri idraulici e famiglie disagiate. Il nostro compito è aiutare gli altri".

È polemica sulle parole di Dargen. Falorni: "La politica è una cosa seria. Così veicola il messaggio sbagliato"

Basta una frase a scatenare la polemica. Se poi quella frase è pronunciata in diretta tv durante il programma più seguito d’Italia, l’indignazione è doppia. Non ci sta, Alessio Falorni: il sindaco di Castelfiorentino è intervenuto con un lungo post sui social, in seguito alle dichiarazioni di uno dei cantanti in gara al Festival di Sanremo. "Ho fatto tante ca..., ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica".

La stoccata l’ha servita Dargen D’amico. Nella serata del debutto il rapper aveva preso posizione sul ‘cessate il fuoco’ a Gaza. Dopo la performance di mercoledì, l’artista di ’Onda alta’ (che parla di migranti, di come rischiano la vita per attraversare un mare che non perdona, e di come la colpa sia di tutti) ha lanciato un messaggio che Falorni non ha digerito. Toccato dalle parole di D’Amico, Falorni ha condiviso una lunga lettera aperta. "Mentre sulla mia scrivania passano problemi che vanno da aree sotto disastro idraulico, a famiglie disagiate, non posso non riflettere sul fatto che in realtà dovrebbe essere considerata una frase schifosa, questa, in un Paese che voglia dirsi civile e in un mondo che conservi un minimo di serietà - sbotta il sindaco - In Italia abbiamo avallato un’idea malsana per la quale la politica sarebbe questa attività semi o totalmente illecita, gestita da piccoli uomini che perseguono i propri piccoli interessi personali. Un’idea che può essere avallata solo da un piccolo popolo".

Lo sfogo non finisce qui. "La politica dovrebbe essere considerata una delle più nobili attività - prosegue Falorni - L’uomo è un animale politico, ricordava Aristotele. Ha nella sua natura la propensione a occuparsi degli altri. Ma abbiamo lasciato che di questa nobile attività se ne occupassero gli uomini più ignobili, e di questo, caro Dargen, siamo complici esattamente come per te siamo complici delle morti nel Mediterraneo. È con questi messaggetti sparati nell’aere su un palcoscenico nazionale come Sanremo che convinciamo i cittadini che questa attività vada fuggita come la peste. È un calcio in bocca a quella generazione, quella di mio nonno, partigiano che per la Resistenza ci rimise 7 centimetri di gamba, che invece la politica la metteva anche nel caffellatte, perché sapeva che era lo strumento per cambiare il mondo".