È nata la sottozona Chianti ’Terre di Vinci’

L’approvazione da parte della giunta regionale accoglie la richiesta che era stata presentata dai produttori dell’area nel 2019

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Una notizia che i viticoltori di Vinci, Cerreto Guidi e Capraia e Limite aspettavano con impazienza: la Regione ha espresso il proprio parere favorevole sulla modifica del disciplinare di produzione del vino a denominazione di origine controllata e garantita “Chianti” e ha ratificato la nascita della sottozona denominata “Terre di Vinci”. La prima richiesta di questa sottozona da parte dei viticoltori dell’area risale al 2018 ed è stata formalizzata ufficialmente nel giugno 2019. Soddisfatto Simone Pezzatini, consulente delle aziende agricole e promotore di questa sottozona all’interno dell’associazione Colli di Leonardo. "E’ un grande risultato – ha detto Pezzatini – per tutta la zona, perché valorizza i nostri prodotti e dà un nome a una produzione che era rimasta un po’ ’isolata’. Un aiuto concreto anche per tutto l’indotto legato a turismo e artigianato di settore che, dietro a questa denominazione, potrà essere valorizzato".

La delibera di approvazione, che è stata avanzata alla giunta regionale dalla vicepresidente e assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi, riguarda l’intero articolato del disciplinare di produzione della denominazione Chianti, che è la più vasta denominazione di origine nel panorama vitivinicolo toscano. "Le modifiche proposte dal Consorzio Vino Chianti - ha detto la vicepresidente Saccardi - sono rivolte anche a inserire nuove tipologie di prodotto, come il vino Chianti con la specificazione della sottozona “Terre di Vinci”. Modifiche che hanno avuto come obiettivo quello di semplificare le regole di produzione, renderne più agevole l’applicazione e innalzare il livello qualitativo dei prodotti. L’inserimento della nuova sottozona “Terre di Vinci” consente di ampliare ulteriormente la già vasta gamma di prodotti di cui dispone la denominazione e nasce dall’esigenza, manifestata dai produttori, di caratterizzare sempre di più un prodotto, legandolo al suo territorio di origine". "L’approvazione della sottozona Terre di Vinci - ha aggiunto Saccardi - può rappresentare per le aziende e per i produttori un importante riconoscimento del lavoro svolto, che deve però essere implementato attraverso l’innalzamento del già ottimo livello qualitativo dei prodotti e tramite l’acquisizione dell’efficace strumento di tutela e marketing territoriale quale l’indicazione in etichetta della sottozona".

Ma l’introduzione della nuova sottozona Terre di Vinci non rappresenta l’unica novità. Sono numerose le proposte di modifica approvate, fra queste quella relativa alla base ampelografica dei vigneti atti a produrre vini Chianti, riducendo la percentuale minima del vitigno Sangiovese dal 70% al 60%.

Fran.Ca.