Dolci al palato, salati per le tasche. "Dal burro alle uova: aumenti choc"

I costi sono triplicati: per le pasticcerie sfornare cornetti e bignè non è mai stato così amaro. Il titolare del C.Risiamo: "Negli ultimi due mesi ho speso 40mila euro solo per le materie prime"

Daniela Hosaj lavora nel laboratorio della pasticceria del C.Risiamo Cafè (Germogli)

Daniela Hosaj lavora nel laboratorio della pasticceria del C.Risiamo Cafè (Germogli)

Empoli, 25 settembre 2022 - Dolci per il palato, salatissimi per il portafoglio. Sfornare paste e cornetti non è mai stato così amaro per le pasticcerie, stritolate dal costo abnorme dell’energia e dall’impennata dei prezzi delle materie prime. A partire dal burro, quasi raddoppiato. "Prima costava 5,80 euro al chilo, adesso si compra a 10,20. Ma il prezzo ormai varia ogni giorno, come il gasolio", sospira Daniela Hosaj che insieme a Rohden Recuya prepara ogni giorno la colazione di tanti empolesi dalla pasticceria del del C.Risiamo di via Roma.

Nel laboratorio ci sono pile di scatoloni, ciascuno contiene 180 uova fresche. "Ce ne servono circa 360 al giorno, ognuna costa 0,27 euro, il triplo rispetto a qualche mese fa – spiega Daniela – C’è chi usa la crema in polvere, ma se viene fatta a mano in pasticceria ha tutto un altro sapore. Non vogliamo rinunciare alla qualità, però dobbiamo scontrarci con materie prime che stanno aumentando in maniera impressionante".

Sommando tutti i rincari dei singoli prodotti ne viene fuori una ricetta salatissima. " Il prezzo della farina è molto variabile, di media adesso viene tre euro al chilo – riprende la pasticcera – Il latte costava un euro, è arrivato a 1,54. Lo zucchero da 0,87 a sacco è salito a 1,58".

Risultato: cornetti, pasticcini e torte sono diventati un salasso. "Con 35 o 40 centesimi si riusciva a confezionare una pasta per la colazione, adesso lo stesso prodotto mi costa 60 centesimi solo per le materie prime, in più c’è il costo dell’energia e quello della manodopera", si sfoga il titolare Luigi Di Dio Faranna, che si è visto costretto a razionalizzare la produzione. "Non l’abbiamo diminuita in assoluto ma adesso stiamo più attenti a produrre in base alle giornate e al numero di clienti che abbiamo – riprende Di Dio Faranna –. Un tempo si poteva riempire sempre la vetrina e se avanzava qualcosa si dava in dono alla Misericordia. Oggi questo purtroppo non ce lo possiamo più permettere".

Così come in tanti non si possono più permettere di fare colazione al bar tutti i giorni. "I clienti sono diminuiti, perché è chiaro che i rincari gravano su tutte le famiglie – continua il titolare del C.Risiamo –. Chi magari faceva sempre colazione al bar, ora si vede più di rado, anche una volta sola a settimana".

Cercare di risparmiare mantenendo inalterata la qualità sta diventando un esercizio impossibile, nonostante la caccia aperta alle promozioni che però sono sempre più rare. "I fornitori ormai cambiano i prezzi ogni giorno. Negli ultimi due mesi ho speso 40mila euro solo in materie prime, girando in lungo e in largo per trovare delle promozioni vantaggiose che mi permettessero di arrivare a fine mese – conclude Di Dio Faranna –. Scegliere i fornitori giusti è fondamentale e io mi sto ammalando il fegato per mandare avanti l’azienda. Arrivano bollette devastanti, la materia prima ha subito rincari pazzeschi. Dilazionare i pagamenti è un minimo sollievo, qui servono soluzioni immediate. Altrimenti diventa impossibile per tutti".