Il segretario Pd al Dem Festival: "Stiamo uniti per il bene del Paese"

Enrico Letta non vuole il voto anticipato. Sul conflitto in Ucraina spinge per la proposta del Pd "Creiamo subito una confederazione con i 27 Stati dell’Ue e i 9 che hanno chiesto di entrare"

Enrico Letta al Dem Festival di Empoli

Enrico Letta al Dem Festival di Empoli

Empoli, 22 maggio 2022 - Entra accolto da applausi convinti e subito rende omaggio a chi lavora ormai da tre giorni senza sosta per il Dem Festival. Tutti in piedi per il segretario, che passa in mezzo alla platea mentre Rino Gaetano canta il suo inno sarcastico alla speranza, “Il cielo è sempre più blu”. Lo è, almeno a Empoli, anche per Enrico Letta, che sale sul palco centrale del PalaExpo circondato dall’affetto dei suoi e da tutti i big del partito democratico in Toscana, Dario Parrini, Simona Bonafé, Antonio Mazzeo e Brenda Barnini, “la sindaca più brava d’Italia“, come la definirà poco dopo, parlando della risposta dei Comuni italiani in merito all’accoglienza ai profughi ucraini.

Il segretario del Pd empolese, Lorenzo Cei, fa una richiesta impegnativa: "Vorremmo essere i protagonisti di una storia che ricomincia, non i testimoni di un glorioso passato. Per questo, segretario, vorrei chiederti più coraggio, un partito che non si perde nei giochi delle correnti per le liste elettorali, ma che prova senza paura a discutere anche con chi non la pensa come noi". Letta tace. Il giornalista di Canale 50, Francesco Ippolito, parte con la prima domanda: la posizione presente e futura del Pd sulla guerra in Ucraina. "Davanti a questa sfida - comincia Letta – c’è una bussola che si orienta sui valori della Costituzione: la libertà, il ripudio della guerra e la difesa di chi è aggredito. L’articolo 11 va letto nella sua completezza, così come deve essere difesa l’autodeterminazione dei popoli. L’invasione dell’Ucraina mette in discussione questo principio". "Un altro punto della bussola - aggiunge Enrico Letta - è che è sbagliato fare scelte da soli. In un mondo di superpotenze, noi europei dobbiamo portare avanti le nostre esperienze e farle insieme, altrimenti ci indeboliamo. Altro punto cardinale è il decreto che il Parlamento ha votato il 1 marzo all’unanimità, c’era tutto quello che andava fatto. Il Pd ha deciso di agire secondo questi punti di riferimento. La pace non si ottiene inginocchiandosi davanti a Putin". "Siamo pronti – sottolinea il leader dei Dem – a ridiscutere tutto, ma solo quando saranno state raggiunte modifiche positive in Ucraina. Non si può cambiare motivati dalla nostra stanchezza. Anche se ci sono problemi gravi per i mangimi, il grano, il gas. Queste difficoltà si affrontano cercando soluzioni".

E a proposito del gas... "Il 30 e 31 maggio si decide come bloccare il prezzo del gas a livello europeo e avere Mario Draghi a quel tavolo non è cosa da poco – spiega il segretario Dem – Abbiamo bisogno di un’Europa che prenda la leadership e non la lasci agli Stati Uniti. E per fare questo serve una confederazione fra i 27 Paesi dell’Unione europea e i nove che hanno chiesto di entrare, Ucraina compresa. Dobbiamo costruire una casa che accolga tutti in fretta. Per l’Unione Europea, ci vogliono tempi molto lunghi. Ma la Confederazione si può fare entro settembre. Se non prendiamo questa decisione, la frustrazione nei Paesi che vogliono entrare supererà i limiti, n on possono aspettare ancora. Già ci chiedono “Bisogna farsi invadere dai russi per immaginare che voi possiate accoglierci in Europa?”". Ippolito tocca un altro argomento caldo, viste le recenti ’scosse’nel governo: quando si vota e come si vota.

"Per come, chiedete a Parrini, l’esperto è lui. Quando? Alla scadenza naturale. Il voto anticipato è sempre frutto di un trauma e non ne abbiamo bisogno. Sottoscrivo l’appello all’unità del capo dello Stato. Il Pd c’è e dobbiamo mantenerci uniti perché bisogna fare il bene del Paese. Basta con le continue fibrillazioni. L’attuale legge elettorale è pessima perché non sono i cittadini a scegliere gli eletti, ma sono i partiti a fare le liste. Va cambiata".

E il futuro? "Noi siamo un gruppo grande in Parlamento - conclude Letta - ma riusciamo a fare un lavoro importante. Abbiamo perso le elezioni nel 2018 e poi abbiamo subito una scissione. In tutte le rilevazioni siamo il partito più forte fra chi ha più di 60 anni, ma abbiamo problemi a parlare con le donne e i giovani. Questa è la nostra battaglia, ma è la battaglia del Paese, perché questo Paese tiene le donne in una posizione subalterna e non parla con i giovani. Il nostro impegno oggi è eliminare lo sconcio degli stage gratuiti e vogliamo che nel 2030 i ragazzi italiani siano in grado di uscire di casa a 25 anni e non oltre i 30 come adesso. Questo Paese non fa figli, non vuole gli immigrati e tiene i ragazzi in casa fino a 30 anni. Così, non abbiamo un futuro. Per questo noi le prossime elezioni dobbiamo vincerle".