“Dal seme alla tavola” è diventato grande

La rete dei Produttori Cereali Valdelsa è passata da 5 a 50 aziende in meno di 5 anni e il suo progetto integrato di filiera è decollato

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“Dal seme alla tavola” è diventato grande. Sono stati illustrati in un convegno pochi giorni fa al Palazzo delle Esposizioni di Empoli i risultati del progetto integrato di filiera che ha come capofila la rete di imprese dei Produttori Cereali Valdelsa (Proceva). Risultati che sono andati oltre le aspettative: le 5 aziende agricole fondatrici di Proceva nel 2017 sono diventate 50 e le loro aree di produzione, prima localizzate nell’Empolese Valdelsa, oggi sono anche nelle province di Pisa e Grosseto. Dal 2020, infine, oltre a garantire una filiera dei cereali esclusivamente toscana, certificano anche una produzione senza l’uso di glifosato. "Il nostro grano – spiega Angiolo Simonetti, presidente di Proceva – viene conservato separatamente rispetto a quelli prodotti altrove e utilizzato solo per le farine che poi vengono lavorate dalle fornerie di Unicoop Firenze, con la quale abbiamo un accordo di fornitura che garantisce sia il cliente Unicoop per la qualità certificata del prodotto sia i produttori, ai quali viene riconosciuto un prezzo comprensivo dei costi di produzione, così da metterli al riparo da ogni ’intemperanza’ del mercato".

"Abbiamo dato una svolta con la creazione della rete Proceva – aggiunte Simonetti – perché nel 2016-2017 il prezzo del grano era arrivato ai minimi storici e non se ne usciva. Creare questa rete di produttori ci ha salvato, perché abbiamo messo in comune le esperienze, le idee e le capacità di fare impresa. E quando c’era bisogno, ci siamo dati una mano".

E poi è arrivato il Progetto integrato di filiera della Regione, di cui Proceva è stata appunto capofila, chiamato “Dal seme alla tavola“ che ha avuto, fra gli altri, il merito di creare una filiera del grano toscano di qualità che è risultata competitiva. Partendo dai 5 milioni di investimento iniziali del Pif, sono poi stati acquistati macchinari e attrezzature (trattrici dotate di sistema di guida satellitare, per esempio), creati magazzini, avviati progetti di cooperazione e collaborazione con la Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e con l’Azienda ospedaliero Universitaria pisana. Ma, soprattutto, si è arrivati a produrre, nel 2022, 53.000 quintali di grano tenero e 6.000 di grano duro, che Unicoop ha acquistato in toto. Il progetto “Dal seme alla tavola“, come hanno evidenziato i relatori del convegno a cominciare dal direttore di Coldiretti Firenze e Prato Barbara Battistello e dal direttore della Cia Toscana Giordano Pascucci, è da replicare anche con altri tipi di colture. Importante anche il primo riscontro sulla produzione “Dal seme alla tavola“ dal punto di vista nutrizionale. "La sperimentazione fatta con la Sant’Anna – ha concluso Simonetti – ha dato risultati incoraggianti e speriamo diventino al più presto produttivi".

Francesca Cavini