REDAZIONE EMPOLI

Da fabbrica simbolo a scatolone vuoto L’ex vetreria nel degrado da 12 anni

Da tempo lo stabile è diventato un rifugio. Il Comune non può procedere al recupero

È stata una delle tante vetrerie simbolo della città, ma ormai da 12 anni è uno scatolone vuoto. La vetreria Arno nacque da un gruppo di nove soci che dettero vita, alla fine degli anni ’40, a una fabbrica a Spicchio, per poi trasferirla a Empoli nel 1950. Nel corso della vita aziendale i soci si ridussero a due, che purtroppo non riuscirono a fronteggiare la grande crisi del 2009. La chiusura risale infatti a quegli anni: all’interno dello stabilimento lavoravano ancora 55 persone, tutte o quasi vicine all’età pensionabile.

I danni dal punto di vista occupazionale non furono quindi enormi come da altre parti, ma si trattò comunque di una chiusura che fece rumore. L’Arno faceva un ottimo prodotto che veniva venduto a Venezia con il marchio di Murano: erano dei terzisti di lusso e lavoravano nel campo del vetro artistico. Ma anche i potenti veneti dovettero fare i conti con le bordate della crisi. Nelle aziende della Laguna la crisi fu scatenata soprattutto dall’abbandono degli americani e da una crescente domanda di prodotti più ‘poveri’, senza contare che anche molti negozi di pregio veneziani chiusero i battenti proprio a quel tempo. E così da allora la fabbrica è chiusa, incastonata nella zona residenziale di Ponzano, dove negli anni ha fatto da rifugio per molti senzatetto. E’ un altro di quei vecchi ruderi che avrebbero tutte le carte in regola per essere riqualificati, ma trattandosi di proprietà privata non è alla parte pubblica che compete il recupero.