Covid, circoli Arci e bar equiparati Grazie alla spinta decisiva di Parrini

Non ci saranno più diversità di trattamento, ad esempio, in materia di aperture e di chiusure dei locali

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di Bruno Berti

I circoli Arci, ma anche quelli delle Acli e del Mcl, possono tirare un sospiro di sollievo. I loro guai particolari in seguito all’epidemia, oltre a quelli comuni agli altri operatori del settore della somministrazione di bevande e alimenti, sono destinati a diminuire. Il senatore Dario Parrini (Pd) è riuscito a far passare nella commissione che presiede (la Affari Costituzionali del Senato) un emendamento al decreto che si occupa delle attività economiche in cui si riconoscono le ragioni dei circoli.

"Dopo una lunga ”offensiva della persuasione ieri (martedì sera per chi legge, ndr) siamo riusciti – spiega Parrini – ad approvare con voto unanime un emendamento in seguito al quale per la somministrazione di alimenti e bevande svolta nei circoli ricreativi e culturali varranno d’ora in poi le medesime regole anti-contagio di apertura e chiusura applicate per le stesse attività agli esercizi privati. Con questo abbiamo detto basta alla pratica dei due pesi e delle due misure. La norma sarà effettiva entro metà marzo, quando la Camera dei Deputati convertirà definitivamente in legge il decreto 2-2021". Quello tratteggiato dal senatore "è un risultato importante e molto atteso per la nostra zona, dove operano decine e decine di Case del popolo", oltre ad alcuni circoli di Acli e Mcl.

Parrini fa anche un quadro complessivo delle battaglie di giustizia sociale che aveva ingaggiato per dare una mano concreta al mondo, spesso trascurato, dell’associazionismo culturale, che in Toscana, e in quelle che un tempo si definivano zone rosse, hanno dato una forte impronta alla società e alla lotta per la dignità dei ceti popolari.

"Quelle battaglie erano tre: una è vinta, mentre le altre due lo possono essere a breve termine. La battaglia vinta è quella dell’equità e della parità di trattamento: era importante affermare in legge che i bar dei circoli ricreativi e culturali devono avere gli stessi diritti e doveri, in funzione anti-contagio, dei bar privati. Quindi, in zona gialla potranno rimanere aperti come gli altri fino alle ore 18. E con gli altri colori potranno fare l’asporto alle stesse condizioni degli altri.

Le due battaglie ancora da vincere, ma ben avviate, sono quelle per far arrivare al mondo dei circoli i ristori previsti dai decreti del presidente del Consiglio (Dpcm). Abbiamo lottato per ottenere un fondo nazionale e uno regionale appositi. Li abbiamo ottenuti. E quella era la cosa più difficile. Stanno per uscire i bandi con le regole per chiedere i contributi. La sfida adesso è di accelerare queste procedure".

Il senatore, che ha le sue radici nel ricco tessuto delle Case del popolo della sua Vinci, dov’è stato sindaco per nove anni (incarico lasciato un anno prima della scadenza perché eletto in Parlamento nel 2013) ha sentito come un impegno da cercare di assolvere con determinazione quello di dare una mano al ‘sistema’ dei circoli, tutti, non solo quelli aderenti all’Arci.

Comunque le Case del popolo dell’Associazione ricreativa e culturale nell’Empolese Valdelsa sono oltre 70, tra grandi e piccole, con oltre 10.000 iscritti secondo gli ultimi dati. Una realtà sociale importante che non poteva, né doveva, essere messa in secondo piano, proprio per la sua valenza di supporto a tanti dei problemi sociali a cui molti ‘strati’ della nostra società stanno andando incontro a causa della pandemia.