
Un signore degusta un caffè alla Casa del Popolo di Santa Maria
Empolese Valdelsa, 29 agosto 2022 - Il fenomeno del rincaro dei prezzi è un fenomeno tutt’altro che passeggero. Si sta allargando a macchia d’olio coinvolgendo sempre più settori e imprese commerciali. L’inflazione colpisce ovunque, anche nei bar, ristoranti, e persino nei Circoli Arci. La paura di non riuscire a reggere l’assalto del caro bollette e l’aumento del costo delle materie prime ormai dilaga, soprattutto dopo il duro colpo inferto dal Covid.
«Con l’emergenza sanitaria il lavoro è diminuito circa del 50 per cento - commenta Franco Cenci, del Circolo Arci –. Prima i nostri clienti passavano di qui anche due, tre volte al giorno, mentre ora se vengono una volta è già tanto. È sempre più difficile riuscire a fare pari: lavoriamo sempre meno e le bollette sono sempre più alte".
Se si va di questo passo fare colazione al bar, prendere un caffè o una pizza da asporto diventerà un lusso. Le quotazioni del caffè sono cresciute dell’81 per cento, quelle del latte del 60%, quelle di zucchero e cacao del 30% nell’ultimo anno. Un continuo sommarsi di rincari dei prodotti che, inevitabilmente, vengono scaricati sui prezzi al bancone o al tavolo. Con l’aumento delle spese per le imprese, non deve stupire la rapida rivoluzione dei listini con un’impennata dei prezzi. Il tentativo di ammortizzare i costi extra senza scaricarli sulla clientela sta fallendo miseramente.
«Per il momento abbiamo deciso di mantenere il caffè ad un euro – spiega Cenci, mentre Manila Borgioli si destreggia con velocità davanti alla macchinetta per servire i clienti – per certi prodotti però è inevitabile applicare un aumento. Per la pizza, ad esempio, qualche tempo fa abbiamo aumentato il prezzo di 0,50 centesimi. Ora la mozzarella è nuovamente rincarata passando da circa 6 euro a 7 e qualcosa. Per noi è un danno considerevole, visto che una parte consistente del nostro lavoro deriva proprio dalla vendita di pizze da asporto".
Simile è l’esperienza del Circolo Arci di Santamaria: "Da maggio circa ci siamo adeguati all’aumento dei prezzi del caffè – aggiunge Matteo Cerbioni – abbiamo deciso di mantenere il caffè normale ad un euro, mentre il macchiato e tutto il resto della caffetteria è aumentata di 10 centesimi. Per il momento siamo riusciti a mantenere i prezzi piuttosto invariati. Per fortuna per tutto l’inverno e nella stagione estiva abbiamo lavorato bene, la gente è rimasta più o meno la stessa – ha concluso Cerbioni – permettendoci di riuscire ad andare incontro ai nostri clienti".
Il caffè per un bar, e in particolare per un Circolo vale circa il 32 per cento del fatturato. Il costo del chicco di caffè è aumentato più del 40 per cento, incidendo pesantemente sulle spese delle imprese. Ad un fatturato già ampiamente danneggiato dal Covid e dalle chiusure dello scorso anno, si vanno ad aggiungere i costi delle utenze e delle altre materie prime. "Stiamo cercando di tenere botta e continuare ad offrire tutti i nostri servizi, non rinunciando a niente e mantenendo i prezzi contenuti come si addice ad un circolo – conclude Franco Cenci – ma la situazione sta diventando sempre più insostenibile. Le prospettive non sono certo delle migliori".
Costanza Ciappi