Dall’esordio in A all’Olimpico di Roma a gennaio 1999 con l’Empoli, che lo aveva pescato a 18 anni dai dilettanti del Monterotondo, a quello col Parma l’8 agosto 2001 nei preliminari di Champions League con i francesi del Lille. Marco Marchionni, attualmente allenatore (ultima esperienza a Potenza in Lega Pro), è quindi un doppio ex di azzurri (62 presenze con 9 reti) e ducali (21 gol e 35 assist in 201 gare) che si sfideranno domenica.
Marchionni, come arrivano Empoli e Parma a questo scontro diretto?
"Entrambe bene perché il Parma secondo me ha raccolto meno di quanto meritato sul campo e l’Empoli finora ha fatto molto bene. Brava la società a scegliere l’allenatore giusto e D’Aversa a far giocare a calcio la squadra, dandole subito l’identità che le serviva".
Cosa deve temere l’Empoli degli emiliani e su cosa invece dovrà puntare per fare risultato?
"L’Empoli dovrà solo giocare come sa, del resto contro Lazio e Napoli ci sta di perdere, ma ha già dimostrato di poter fare risultati importanti su qualsiasi campo. Quello che dovrà temere, invece, sono i primi tempi del Parma che li fa sempre al massimo. La squadra di Pecchia, semmai, deve imparare a portare a casa la vittoria quando passa in vantaggio".
Quanto sta incidendo il lavoro di D’Aversa?
"Il mister è stato bravo a portare le sue idee trovando un gruppo di ragazzi disposto a seguirlo ed è qui che si è creata la magia. Adesso però sarà importante portarla fino in fondo perché il percorso del Frosinone dello scorso anno deve insegnare. Per questo talvolta bisognerà essere magari più brutti, ma più determinati e cinici".
La sfida di domenica col Napoli, nei tifosi ha richiamato alla mente quel 4-1 che la squadra di Silvio Baldini inflisse ai partenopei nella B 1999-00 con una sua doppietta...
"Viene sempre ricordata quella partita lì (sorride, ndr), del resto Baldini ci faceva giocare bene a calcio e quell’anno gettammo le basi per la stagione successiva con i vari Di Natale, Maccarone, Bresciano... Fu una bella serata".
Come ricorda il periodo a Empoli?
"Per me è stata una seconda famiglia, ero giovanissimo e per me era come trovarmi a casa. Qualsiasi persona, dal magazziniere alla signora che ci lavava e stirava i vestiti, mi hanno aiutato a crescere. In campo poi ho trovato senatori come Giampieretti, Fusco, Ficini, Baldini, Berti, Grella, solo per citarne alcuni, che mi hanno aiutato molto dandomi poi la possibilità di fare la carriera che ho fatto".
E dell’esperienza a Parma?
"Per 7 anni è stata la mia casa e anche se a quei tempi veniva considerata la ‘settima sorella’, era una sorta di Empoli un po’ più in grande, con tifosi sempre rispettosi che ti lasciavano lavorare tranquillo. Per me è stato un salto di qualità che a 21 anni mi ha permesso di passare dalla B ai preliminari di Champions".
Un pronostico per domenica? "Non saprei, ma sono convinto che vedremo una bella partita perché si affrontano due squadre che giocano a calcio, ben organizzate ma non noiose, che hanno quel qualcosa in più che incuriosisce".
Personalmente, è in attesa di qualche chiamata?
"Vediamo se viene fuori qualcosa di interessante, la voglia di allenare è tanta ma aspetto la situazione giusta".