Aperta al Pozzale la 'casa' dei criminali psichiatrici

Inaugurata la cosidetta ‘Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza’, la struttura gestita dall’Asl che ha preso il posto degli ospedali giudiziari

Inaugurata la nuova struttura del Pozzale

Inaugurata la nuova struttura del Pozzale

Empoli, 25 luglio 2020 -  Era il 30 luglio di quattro anni fa, quando cominciava il trasferimento delle detenute dalla casa circondariale di Empoli, che di lì a pochi giorni avrebbe chiuso. Troppo alti i costi per troppe poche carcerate, fu in sostanza la motivazione alla base della decisione del Ministero della Giustizia. Contemporaneamente la Regione era alla ricerca di strutture adeguate dove collocare quei detenuti usciti dagli opg (ospedali psichiatrici giudiziari) a seguito della legge 81 del 2014. Fu così che Comune e Regione iniziano un percorso insieme che ha portato, con non pochi ostacoli, al progetto di una Rems, residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, inaugurata ieri dopo una profonda ristrutturazione dei locali. Si tratta della prima struttura di riferimento per i territori dell’Asl Toscana Centro e la seconda a livello regionale, dopo l’apertura della residenza di Volterra nel 2015 (con una capienza attuale di 40 posti). La Rems empolese, nella frazione di Pozzale, è dunque destinata alla cura dei pazienti autori di reato affetti da infermità o seminfermità psichica attraverso percorsi terapeutico-riabilitativi e socio-riabilitativi, gestiti dal dipartimento di salute mentale dell’azienda sanitaria. Il primo paziente - dei 9 (tutti uomini) previsti nella prima fase di attivazione - arriverà non appena sarà completato il protocollo delle sicurezza con prefettura e ministero. La seconda fase sarà invece avviata a struttura funzionante e riguarderà il recupero di altre due aree abitative al piano terra che potranno ospitare 3 donne e 8 uomini. A regime, la struttura potrà ospitare fino a 20 pazienti. L’intervento complessivo di ristrutturazione e degli allestimenti è stato di 700mila euro.  

«Questa struttura – commenta l’assessore regionale alla salute, Stefania Saccardi – s’inserisce all’interno di un percorso terapeutico riabilitativo di pazienti che, nello stesso tempo, dovranno portare avanti il loro percorso detentivo. Da qui la necessità di una forte collaborazione e sinergia con le autorità giudiziarie per le misure di sicurezza e vigilanza. A noi spetta il compito, tramite i servizi di salute mentale, di farci carico del bisogno di cure di questi pazienti nel miglior modo possibile". Entrando dentro l’ex carcere femminile, il sindaco Brenda Barnini, ha ricordato quanto la decisione di chiudere la casa circondariale procurò una "ferita nella comunità empolese".  

«Il progetto Rems – dice il sindaco – è arrivato, quindi, sia come soluzione di nuova vita dell’edificio sia come opportunità di ricostruire con i pazienti quel rapporto terapeutico insieme ad associazioni e istituzioni del territorio. Ci sta a cuore ovviamente – aggiunge Barnini – anche la serenità dei cittadini e la gestione in sicurezza di tutto il progetto; ragione per cui seguiremo da vicino i passaggi con la prefettura per la stipula di un protocollo ad hoc per la sorveglianza della struttura". La Rems di via Valdorme sarà gestita da un team multidisciplinare, composto da tre psichiatri, uno psicologo, 14 infermieri, 6 operatori socio sanitari, 2 educatori professionali, 2 tecnici di riabilitazione psichiatrica, un assistente sociale e un servizio di vigilanza attivo 24 ore su 24. © RIPRODUZIONE RISERVATA