REDAZIONE EMPOLI

"Aspettando Godot" in salsa napoletana

Al Teatro del Popolo, giovedì alle 21, Lello Arena e Massimo Andrei nella rivisitazione di un classico di Samuel Beckett

CASTELFIORENTINO

Giovedì alle ore 21 il Teatro del Popolo di Castelfiorentino si appresta ad accogliere Lello Arena e Massimo Andrei con la loro rivisitazione di un classico del teatro dell’assurdo come "Aspettando Godot" di Samuel Beckett. Nel 1975, a ventidue anni dalla prima assoluta di "En attendant Godot", il drammaturgo irlandese torna sul testo che l’ha reso famoso per realizzarne una propria regia, stavolta in tedesco, in cui "dare forma alla confusione" del testo originale. Inizia una profonda revisione in cui il sapere e l’istinto teatrale di Beckett producono una drammaturgia visiva molto più potente dell’originale francese del 1953. Lo scopo di questo nuovo allestimento è di riportare l’azione scenica, scenografica e testuale alle intenzioni più segrete e intime del suo autore.

La coproduzione targata La Contrada e Teatro Cilea per la regia dello stesso Andrei, che vede protagonisti sul palco anche Biagio Musella, Esmeraldo Napodano, Carmine Bassolillo, Elisabetta Romano e Angelo Pepe, vuol riflettere attraverso il divertimento sulla dimensione dell’attesa prorogabile fino all’eterno. Cosa possono avere in comune Beckett e Napoli? Una sensazione che acquista un aroma diverso quando entra in contatto con il dna dei figli di una città che ha presto dovuto imparare il senso tragicomico dell’aspettare. L’attesa di un nuovo invasore che scacci un vecchio tiranno, quella per la liquefazione del sangue del suo santo patrono a conferma della sua presenza e protezione, quella del terremoto pronto a distruggere case e certezze, quella dell’eruzione del vulcano bisbigliata e scongiurata nelle preghiere tra i riccioli di marmo del barocco e le volte d’oro delle chiese. Affidare il racconto della vicenda di questo classico del Novecento ad interpreti che conoscono e portano scritto nella loro storia e sul loro corpo il linguaggio comico fuso in modo poetico con quello dolente, per narrare il cupo delle nostre anime, ridendo e giocando, come è giusto che sia. Aspettando chi mai arriva può voler dire frustrazione, l’incapacità di cambiare posizione, di scegliere una propria direzione, lasciando i personaggi nella desolazione esistenziale, oltre che fisica. Qualcosa dovrebbe accadere, forse essere imminente. Ma poi no, non accade.

La stagione di prosa del Teatro del Popolo proseguirà poi il 31 gennaio 2023 con "Traviata – Danza 2023", a cura di Monica Casadei, mentre il 15 febbraio toccherà a "Non è vero ma ci credo" di Peppino De Filippo con Enzo Decaro. A marzo gli ultimi tre appuntamenti: l’1 con "la Madre" di Florian Zeller con Lunetta Savino, il 7 e l’8’ con "La mia vita raccontata male" di Francesco Piccolo con Claudio Bisio e il 29 con "Tre uomini e una culla" con Giorgio Lupano, Gabriele Pignotta e Attilio Fontana.