REDAZIONE EMPOLI

Allegri, uno spiraglio per i lavoratori

Un consorzio empolese della moda disposto ad assumere gli addetti se la Polaris gli assegna le commesse

I lavoratori in protesta (foto Germogli)

Empoli, 10 agosto 2015 - LA VICENDA della confezione Allegri, uno dei vanti, molto sfiorito, della moda empolese, si arricchisce di un altro capitolo. C’è la disponibilità di un consorzio di imprese del settore ad assumere i lavoratori, in parte, se la Polaris assegnerà agli associati le commesse a cui provvedeva l’azienda vinciana, quindi senza trasferire il lavoro a società lombarde, com’è stato affermato dal sindacato in base a quanto detto negli incontri con la controparte.

A FARSI avanti è il Consorzio promozione moda Italia che ha sede a Empoli e che riunisce 12 imprese del settore, non solo della zona. Il consorzio si occupa soprattutto di esportazione ed è nato all’interno, diciamo così, di Promomoda, anch’esso un consorzio, che si impegnava nella promozione dell’industria dell’abbigliamento, con una presenza forte di imprese empolesi.

Oltre dieci anni fa Promomoda, che aveva sede in via Ridolfi a Empoli, gettò la spugna, anche a causa delle ricorrenti crisi della moda, ma il consorzio specializzato nelle esportazioni, come sappiamo la terra promessa per le produzioni di alto livello, rimase in piedi ed è ancora pienamente operativo, magari con qualche cambiamento nei soci per effetto della crisi di sistema iniziata nel 2008 e che ancora non ci lascia. Il Consorzio promozione moda Italia collabora anche con l’Agenzia per lo sviluppo dell’Empolese Valdelsa (Asev).

«COMPRARE un’azienda a Vinci e trasferirla poi a Milano – dicono alcuni soci del Consorzio – equivale ad acquistare vigneti a Montalcino per ‘portarli’ in Lombardia». Evidentemente una follia. «Ci si deve chiedere se il nostro territorio sia competitivo. E la risposta sta nelle cifre fornite dalle analisi di mercato sull’andamento dell’export della moda italiana. Quelle analisi in cui si sostiene che il distretto della moda dell’Empolese segna uno dei migliori incrementi delle esportazioni nel 2014. Certo, poi le imprese devono fare i conti con le difficoltà finanziarie, ma le opportunità sono ancora ben presenti». Nel quadro a livello generale entra anche quella sorta di buco nero rappresentato del mercato interno, che non interessa al Consorzio, che non si riprende dalla crisi e che è contraddistinto da una clientela che spesso non riesce a far fronte ai pagamenti verso i fornitori, le aziende della moda appunto.

L’ipotesi avanzata dal Consorzio empolese deve essere approfondita, è chiaro, ma significa che nella zona ci sono imprenditori che credono con caparbietà alle possibilità offerte da un settore competitivo, come quello della moda, in cui però il saper fare dei lavoratori e le possibilità che emergono dall’export sono opportunità che sarebbe sbagliato lasciar cadere.

Bruno Berti