
Allarme scabbia scongiurato. L’emergenza è rientrata così come i lavoratori del presidio ospedaliero colpito dalla patologia contagiosa. La risposta da parte dell’Azienda Sanitaria non si è fatta attendere. All’indomani della denuncia della Funzione pubblica Cgil, Asl Toscana centro replica alla notizia dell’infestazione da scabbia all’interno del San Giuseppe di Empoli (interessati i due reparti di medicina del quarto e quinto piano). L’ospedale cittadino già nel 2010 era stato colpito da una epidemia analoga. "Nessun allarme scabbia nel presidio ospedaliero di Empoli e nessuna conseguenza di emergenza del personale, nè di difficoltà dei reparti". L’Azienda Sanitaria tranquillizza così i cittadini che devono recarsi in ospedale sottolineando che sono stati 9 gli operatori (e non 15) a contrarre la malattia, personale che ha già effettuato la terapia (fra il 20 e il 21 dicembre) rientrando a lavoro, come da linee guida ministeriali, 24 ore dopo il trattamento. Le attività nei reparti interessati, si legge nella nota diramata dalla Asl, sono svolte regolarmente e senza alcuna interruzione nè ripercussione per i pazienti ricoverati. Per prevenire la diffusione della malattia, la Direzione Sanitaria, insieme all’Igiene Pubblica di Empoli, ha attivato l’inchiesta epidemiologica per individuare i contatti sia fra gli operatori che fra i pazienti, che sono stati tempestivamente sottoposti a profilassi o sorveglianza sanitaria. La scabbia, evidenza l’igiene pubblica, è altamente contagiosa e, di solito, viene trasmessa attraverso un contatto prolungato tra epidermidi (occorrono da 15 a 20 minuti di contatto pelle a pelle perché si verifichi la trasmissione). I parassiti non sopravvivono più di 3-4 giorni nell’ambiente. Il trattamento è facile ed efficace. Per i soggetti infetti è previsto l’allontanamento dal lavoro fino al giorno successivo a quello di inizio del trattamento. "Per prevenire la diffusione del parassita - ricordano dal San Giuseppe - è necessario evitare il contatto diretto con le persone infestate e trattare tutti i familiari e chi abita nello stesso locale, anche se apparentemente non manifestano i sintomi. Il rischio di diffusione tramite indumenti o biancheria da letto è molto difficile: è comunque sufficiente lavare tutto a 60 °C. Precauzioni già in essere all’interno del nostro ospedale".