TOMMASO CARMIGNANI
Cronaca

Al Giro d’Italia si parla empolese Tre ciclisti al via, è un record

Un risultato che testimonia la forte tradizione e la grande passione per le due ruote del nostro territorio. Uno scorcio di Toscana in cui anche l’aspetto morfologico incide nello sviluppo dei talenti ’nostrani’ .

Al Giro d’Italia si parla empolese Tre ciclisti al via, è un record

di Tommaso Carmignani

EMPOLESE VALDELSA

La parola trabocco deriva dal dialetto "travocche", probabilmente ereditato dal latino trabs e vuol dire alber, casa. Per alcuni, però, la parola si rifà al termine trabochetto, in riferimento alla tecnica utilizzata per pescare attraverso l’uso di pali tra gli scogli. Fossacesia Marina, quattrocentocinquantuno anime che si affacciano sul mar Adriatico. Da questo paesino della provincia di Chieti, domani, scatterà l’edizione numero centosei del Giro d’Italia. Di trabocchetti simili a quelli che caratterizzano questo tratto di costa abruzzese, lungo le strade della corsa rosa, ce ne saranno molti. Per Filippo Magli, 24 anni, nato a Empoli ma residente a Fibbiana, sarà una specie di primo giorno di scuola. Professionista da quest’anno, corre per il team Green Project-BardianiCSF-Faizanè. Arriva al Giro dopo un sessantaquattresimo posto alla Milano-Sanremo e dice di amare le corse lunghe. Qui avrà da divertirsi.

Alberto Bettiol e Kristian Sbaragli, invece, sono rispettivamente alla quarta e quinta partecipazione alla corsa rosa. Si conoscono, si rispettano e si stimano. Ma, soprattutto, sono due corridori provenienti anch’essi dall’Empolese Valdelsa. Record? Probabile. Di sicuro c’è che il ciclismo, da queste parti, si trova a meraviglia. Alla presenza dei due atleti di Castelfiorentino, ormai veterani del gruppo, si aggiunge infatti anche quella del giovane Magli. Abile nei percorsi misti, amante delle lunghe distanze, sufficientemente veloce per giocarsela in volate ristrette. E’ uno di quelli che se messo nella fuga giusta, potrebbe pescare il coniglio dal cilindro. Gli altri due saranno invece in supporto dei rispettivi capitani, anche se Bettiol, che torna al Giro dopo la parentesi al Tour dello scorso anno, avrà sicuramente tra gli obiettivi quello di bissare la vittoria di tappa del 2021 nella Rovereto-Stradella, quando arrivò tutto solo dopo una fuga iniziata al mattino e perfezionata nei chilometri finali.

Da Montelupo a Castelfiorentino, passando per Empoli. Che questo territorio sia amico dei ciclisti non è una novità, anche se tre professionisti tutti insieme al Giro d’Italia è certamente una notizia. In passato si ricordano sicuramente l’empolese Riccardo Forconi, che accompagnò come gregario Marco Pantani nella doppia vittoria al Giro e Tour de France 1998, ma anche il fucecchiese Andrea Tafi, che nel palmares ha un titolo di campione italiano, un Lombardia, un Fiandre e una Roubaix. Senza scomodare mostri sacri, per Bettiol, Magli e Sbaragli sarà comunque una bella avventura.

I tre sono cresciuti ciclisticamente da queste parti e forse il segreto è proprio questo. Tradizione, amore per la bici, voglia di far bene ed emergere. Ad aiutarli c’è la grande passione per le due ruote che caratterizza la nostra zona, ma anche le caratteristiche morfologiche del territorio. Tante colline, poca pianura, possibilità di variare la tipologia di allenamento e lavorare su tutti gli aspetti che dovrebbero caratterizzare la vita sportiva di un ciclista. Siamo a pochi chilometri da quello che gli appassionati chiamano il triangolo delle Bermuda della bicicletta, un perimetro che ha il suo vertice in quello che per tutti gli amanti delle due ruote è una specie di santuario: il San Baronto. Peccato solo che un Giro d’Italia come quello di quest’anno, con tre corridori ‘nostrani’ al via, tocchi soltanto di striscio la Toscana. Tappe 10 e 11, con arrivo a Viareggio e partenza il giorno successivo da Camaiore: chi volesse osservare i ‘nostri’ all’opera senza fare troppa strada dovrà necessariamente passare da lì.