Affitti alle stelle, ogni mese cinquanta sfratti "Tre famiglie su dieci a rischio morosità"

La segretaria del Sunia lancia l’allarme: "I pignoramenti immobiliari in crescita del 20%. Senza più contributi le prospettive sono pessime"

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di Ylenia Cecchetti

"Un’alleanza tra sindacato, Regione, Comuni, aziende e inquilini per combattere l’emergenza casa in Toscana su cui si rischia un disastro sociale". E’ la proposta che Cgil e Sunia Toscana (Sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari) hanno lanciato al convegno ’Edilizia pubblica: la casa per l’emancipazione sociale. Le politiche abitative devono tornare al centro dell’azione politica’. Dalle conseguenze del post-pandemia, all’incremento esponenziale del costo della vita (tra rincaro dei costi energetici e dei beni alimentari) la fotografia scattata da Cgil e Sunia è drammatica e non risparmia l’Empolese Valdelsa. Affitto, pagamento del mutuo, delle utenze domestiche e condominiali sono un mix esplosivo che spingerà migliaia di famiglie a rivolgersi agli enti locali per un sostegno all’aggravarsi della propria situazione reddituale.

"Il Comune di Empoli - dichiara Laura Grandi, segretaria Sunia Toscana - raccoglie l’80% del disagio abitativo dell’Empolese Valdelsa. Il numero degli sfratti è aumentato. Per il 2022 si parla di 50 al mese, un dato altissimo. E si registra l’aumento del 20% delle aste giudiziarie, ovvero coloro che perdono la casa per pignoramento immobiliare. Una piaga, questa, più forte nell’Empolese rispetto a Firenze". C’è la questione della quota degli affitti: i prezzi per una casa in affitto sono schizzati alle stelle soprattutto a Empoli e Montelupo Fiorentino che diventano località proibitive. "Fino a qualche anno fa - continua Grandi - per 300 euro mensili trovavi una soluzione abitativa. Dopo la pandemia c’è stato un salto di qualità in negativo. Le proiezioni per il 2023 sono pessime considerata anche l’eliminazione da parte del governo del contributo affitti. Nei Comuni come quello di Empoli dove il contributo era un aiuto importante si stima che un 30% delle famiglie andrà in morosità".

L’emergenza abitativa sta rimpiazzando quella alimentare. Una piaga sociale destinata a crescere. "Anche l’ utenza di Caritas sta aumentando - conclude la segretaria Sunia - Ma è cambiata la richiesta. Prima si parlava di emergenza alimentare, ora Caritas si rivolge a noi perché la criticità maggiore per le famiglie è diventata la casa. Si chiedono garanzie sempre alte di pagamento, si chiedono contratti di lavoro che spesso non si hanno nei nuclei familiari medi".

In aumento anche il trend dei rilasci per gli alloggi Erp. Lo conferma Publicasa Spa che gestisce il patrimonio dell’edilizia residenziale pubblica per l’Unione dei Comuni. Sono sempre di più le persone che lasciano l’alloggio, due le motivazioni principali, in primis il decesso dell’assegnatario originario (si parla di appartamenti assegnati negli anni ’60-’70). "C’è poi l’utenza straniera - spiega il direttore generale di Publicasa, l’architetto Cosimo Gambuti - che lascia le case popolari perché acquista, o perché torna nel proprio Paese d’origine. Nel 2022 sono stati 72 i rilasci, 50 nel 2021 e 45 nel 2020. Il dato sta salendo".

Ogni alloggio liberato va ristrutturato. Al momento sono 178 le unità abitative libere, di cui alcune già pronte e da assegnare, 80 sono quelle ancora in attesa di finanziamento. A rallentare la corsa alla ristrutturazione c’è da considerare il caro materiali dell’edilizia, salito del 40% in più nell’ultimo anno. "Le nostre fonti di finanziamento - dice Gambuti - sono il canone di concessione dei Comuni e poi le risorse derivanti dalla Regione. Al momento non si riesce a coprire il fabbisogno di ristrutturazione di tutti gli alloggi sfitti. Speriamo in altre linee di finanziamento statali per l’edilizia residenziale pubblica; per le ristrutturazioni sarebbe prioritario".