Addio alla figlia del bomber deportato

E’ scomparsa Carla Castellani che con il fratello Franco ha tenuto viva la memoria del padre morto nel campo di concentramento di Gusen

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EMPOLI

Se n’è andata nel giorno della Memoria, che per la sua famiglia non è e non sarà mai una data banale. Perché Carla Castellani era ancora una bambina quando il padre Carlo fu deportato e ucciso dalla follia nazista. Faceva il calciatore e per decenni, fino all’arrivo di Tavano e Maccarone, è stato anche il miglior marcatore della storia dell’Empoli. Era un attaccante che sapeva far gol, ma era anche un uomo tutto d’un pezzo che non si piegò quando carabinieri e repubblichini bussarono alla sua porta cercando il padre David. Ufficialmente per "fargli delle domande", probabilmente perché sapevano della sua posizione antifascista. Carlo partì al posto del babbo che era a letto ammalato e da Montelupo fu trasportato a Firenze, dove alla stazione di Santa Maria Novella c’era un treno ad aspettarlo. Il convoglio partì e dopo tre giorni, senza mangiare né bere stipati in più di 60 in un cassone, arrivò a Mauthausen. Dopo tre mesi Castellani si ammalò di dissenteria, fino a diventare uno scheletro. Trasferito a Gusen, morì pochi mesi dopo nei forni, il 14 agosto 1944.

Ieri, invece, se n’è andata la figlia Carla, ormai quasi novantenne, che adesso viveva in provincia di Massa. Insieme al fratello Franco ha raccontato per anni la storia del babbo, a cui è intitolato anche lo stadio dell’Empoli. E proprio il presidente Fabrizio Corsi, la vice presidente e ad Rebecca Corsi e tutto il club "si stringono attorno a Franco e a tutta la famiglia Castellani in questo momento di grande dolore per la scomparsa della sorella Carla, figlia di Carlo. Alla famiglia vanno le più sentite condoglianze da parte della società azzurra".

Sempre ieri, in occasione appunto del giorno della Memoria, l’Empoli avrebbe dovuto consegnare, di comune accordo con il Gruppo Giornalisti Sportivi Toscani (Ussi Toscana) e con il Comune di Empoli, una targa con una frase sulla forza del ricordo al figlio di Carlo Castellani, Franco. Ma in virtù della scomparsa di Carla è stato deciso di rimandare a data da destinarsi l’iniziativa che si sarebbe dovuta svolgere nel pomeriggio. Va detto che la memoria di Carlo Castellani viene tenuta viva non soltanto dalla società, ma anche dai tifosi, che più volte nel corso delle iniziative svolte coi bambini - come ad esempio la Scuola del Tifo - hanno avuto modo di ricordare la figura del calciatore che dà il nome allo stadio in cui gioca l’Empoli.

Tommaso Carmignani