Addio a dubbi e polemiche Sindaci verso la multiutility

Da Barnini a Falorni, tutti i primi cittadini del territorio alla firma dell’atto di fusione. Il Comune di Empoli peserà per il 3,4 per cento e seguirà Firenze, Prato e Pistoia

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C’erano anche gli undici sindaci dell’Empolese Valdelsa alla firma dell’atto di fusione della nuova multiutility, un passaggio istituzionale importante che sancisce, di fatto, il via alla holding di servizi della Toscana che punta a competere con i grandi player del nord e del centro. Da Brenda Barnini ad Alessio Falorni, passando per Spinelli, Torchia e tutti gli altri, i primi cittadini del territorio hanno sfilato al centro congressi di Firenze per l’evento organizzato da Alia.

Empoli peserà all’interno della nuova struttura societaria per un 3,4 per cento, percentuale più alta dopo quelle di Firenze (37,1 per cento), Prato (18,1 per cento) e Pistoia (5,54 per cento), mentre gli altri Comuni presenti, compresi quelli dell’Empolese Valdelsa, avranno un totale pari al restante 35,9 per cento. Nel primo nucleo di aggregazione, la nuova società deterrà circa il 40 per cento delle quote di Estra, il 58 per cento di Publiacqua, il 19 per cento di Acque Spa ed il 31 per cento di Toscana Energia. Già convocata per il prossimo 10 febbraio l’assemblea dei soci per integrare il numero dei componenti del consiglio di amministrazione e dare così maggiore rappresentanza alle realtà presenti all’interno della multiutility. La composizione del Cda rimane invariata ed in carica fino alla regolare scadenza (approvazione del bilancio 2022). È già stato inoltre avviato il percorso per la scelta del nuovo nome della società, che prevede una fase di coinvolgimento di soci e stakeholder e si concluderà entro il primo semestre di quest’anno.

La presenza dei sindaci dell’Empolese Valdelsa non era scontata dopo la dura presa di posizione di qualche settimana fa a proposito della fusione in Alia di Publiservizi. Una protesta poi rientrata dopo un confronto con gli altri amministratori. "C’è stata la giusta richiesta di portare avanti il progetto come lo avevamo pensato. A questo passo – dice la stessa Barnini – dovrà seguire la costituzione di una holding che veda tutte le partecipazioni pubbliche messe insieme fino ad arrivare alla quotazione in borsa. Serve un salto di qualità dal punto di vista degli investimenti, ma senza perdere di vista la necessità di mantenere il controllo pubblico".