
I due attori comici Nicola Pistoia e Paolo Triestino
Empoli, 2 febbraio 2020 - Il titolo è assai vivace, "Il Rompiballe". Allo stesso modo, è vivace il cast che porterà in scena questo spettacolo oggi protagonista dalle 17.15 allo Shalom di Empoli. In scena andranno tra gli altri Nicola Pistoia e Paolo Triestino. E proprio quest'ultimo ci introduce a ciò che attende gli spettatori, di ogni età, a tu per tu con «la scrittura perfetta - lo sottolinea lui stesso - di Francis Veber».
Con Veber, avete un legame speciale?
«In realtà, la messa in scena de ‘La cena dei cretini’ è nata un po’ per caso perché dovevamo fare altro, ma l’avevo da tempo nella testa. Per il ruolo di François Pignon, il protagonista, secondo me Nicola (Pistoia ndr) è perfetto: pochi in Italia sono in grado di capire il candore e l’essere stralunato di quel personaggio. Lo abbiamo fatto e poi ce ne siamo innamorati. E’ tuttora spettacolo di enorme successo».
E come siete arrivati a ‘Il Rompiballe’?
«E’ stato naturale: abbiamo mangiato bene al ristorante, ne ha aperto un altro e ci siamo detti 'andiamo'. Anche perché, questo testo è un grandissimo omaggio ai meccanismi della commedia francese».
Qual è la trama?
«La trama è una ‘stupidaggine’. Due persone differenti, un suicida e un killer, che loro malgrado si trovano a condividere due stanze comunicanti. E succederà di tutto. Per i francesi François Pignon è una maschera. Lo troviamo in almeno sei o sette commedie di Veber, è come per noi Arlecchino o Fantozzi: mentre Fantozzi ha memoria delle sue vite precedenti, Pignon no, è ogni volta diverso. Non è un caso se viene rappresentata da quarant'anni».
Amore, morte, risate...
«C’è un po’ di tutto e viene trattato con leggerezza. Questo testo è un sorriso. Si apre una porta se ne chiude un’altra, colpi di scena, tutto affidato a tempi perfetti. Così ne esce qualcosa di esilarante: chi è in scena non deve far pensare lo spettatore, deve dare un ritmo e una tale velocità alla scena che la gente, dopo 15 secondi, deve essere nella storia».
Qual è la morale: a teatro si può anche solo ridere?
«Il teatro è una mamma che accoglie tutti, grandi e piccini. Qui si ride e basta, con eleganza ed energia, in tanti ci scrivono per ringraziarci di averli fatti ridere».
Samanta Panelli