Lavoro, in Toscana chiuse 31.400 partite Iva dal 2019

In otto anni persi oltre 47mila lavoratori autonomi 'classici' ovvero artigiani, commercianti e agricoli. La maglia nera a Massa Carrara, seconda provincia in Italia con una flessione di oltre il 20 per cento

Un artigiano

Un artigiano

Firenze, 10 febbraio 2024 - Imprenditori, liberi professionisti, lavoratori autonomi, collaboratori con o senza progetto o nell'azienda di un familiare, soci di cooperativa, prestatori d’opera occasionali. Sono loro i lavoratori 'indipendenti', circa 372mila in Toscana, al centro dell'ultima indagine della Cgia di Mestre. Tra loro ci sono i classici lavoratori autonomi, ovvero i piccoli imprenditori del commercio, artigianato e agricoltura, ma anche le professioni più nuove e non regolamentate come social media manager, web designer, formatori, consulenti aziendali e informatici. Una variegata popolazione che è cresciuta di numero in tutta Italia e anche nella nostra regione, ma solo se si considerano gli ultimi dati disponibili elaborati dalla Cgia di Mestre, ovvero quelli dei primi nove mesi 2023 rispetto allo stesso periodo 2022. I lavoratori indipendenti sono il 2,9% in più, ovvero 10.400 di più, ma 31.400 in meno rispetto al 2019, anno pre-Covid.

A soffrire di più, evidenzia la Cgia, sono proprio i lavoratori autonomi più tradizionali, le partite Iva dell'artigianato, commercio e agricoltura. In Toscana erano oltre 324mila nel 2014, sono scesi a circa 295mila nel 2019 e poi a 277.769 nel 2022, con una flessione del 14,6% nell'arco degli otto anni presi in considerazione. Spariti, dunque, oltre 47mila di questi lavoratori autonomi e il dato peggiore, a livello provinciale, si registra a Massa Carrara, seconda in Italia dopo Vercelli. Qui la flessione degli autonomi 'classici' ha superato il 20% (oltre 3.400 in meno) nel periodo 2014-2022. Nella top ten anche Pisa, con oltre 6mila lavoratori autonomi classici persi e una flessione del 17,5%, contro una media italiana dell'11,7%.

Entrando nel dettaglio, a Massa Carrara sono scomparsi 1.715 artigiani, con un calo di quasi il 24%. Ne sono rimasti 5.460 nella provincia. Forte calo percentuale anche a Lucca, che sfiora il -21% e perde dal 2014 al 2022 più di 3.400 artigiani. In valore assoluto, invece, l'emorragia più grave è quella della provincia di Firenze, dove gli artigiani sono passati da oltre 38mila a poco più di 31.600. Ne sono spariti quasi 6.500.

Per quanto riguarda i commercianti, la maglia nera toscana è Pisa, al terzo posto in Italia, con una flessione di oltre il 20% e 3.083 attività in meno. Sesta è Massa Carrara, dove si sono persi in otto anni 1.667 attività, che oggi sono poco più di 7.500, dalle oltre 9.200 del 2014. In percentuale si tratta di una flessione del 18%. In valore assoluto Firenze supera Pisa, con 3.756 commercianti in meno, calati da 39.104 del 2014 a 35.348 del 2022. Infine, per quanto riguarda gli agricoltori, è Lucca, al settimo posto nella graduatoria delle province italiane, a registrare la flessione più alta in Toscana: sono passati da 2.290 del 2014 a 1.875, 415 in meno, pari ad un calo del 18%. In valore assoluto è invece quella di Grosseto la provincia della regione con la perdita maggiore di agricoltori: -592, passati da 5384 del 2014 a 4.792 del 2022.

“Il crollo del numero degli artigiani e dei piccoli commercianti - commenta il segretario della Cgia, Renato Mason - è ormai visibile a occhio nudo. Nelle città e nei paesi di periferia è sempre più in aumento il numero delle botteghe e dei negozi chiusi definitivamente. Va evitato tutto ciò, perché questa desertificazione abbassa notevolmente la qualità della vita di tutti noi”.