MONICA PIERACCINI
Economia

Parità di genere in Toscana, ecco le aziende dove è già realtà

Al Festival della Toscana delle donne sono stati presentati alcuni casi virtuosi: da Bulgari a Baker Hughes, i modelli dai quali partire per migliorare la società

Un momento dell'incontro "Empowerment femminile e welfare aziendale"

Firenze, 21 novembre 2023 - L’Italia è al 63esimo posto su 146 paesi nella graduatoria del World Economic Forum sulla parità di genere. In Italia lavora solo il 55% delle donne tra i 20 e i 64 anni, contro una media europea del 69%. In Toscana , però – ha sottolineato il presidente di Confindustria Toscana, Maurizio Bigazzi, intervenendo a 'Empowerment femminile e welfare aziendale', appuntamento del Festival della Toscana delle donne che si è svolto ieri al Learning Center di Baker Hughes a Firenze – il dato sale ed è in crescita negli ultimi anni: l'occupazione femminile raggiunge il 67% e si avvicina alla media europea”. “Inoltre – ha aggiunto – se guardiamo all'impresa Istat ci dice che il 29% delle imprese individuali in Toscana sono imprese femminili. Si tratta di un dato più alto della media nazionale e delle regioni di riferimento”.

I casi virtuosi: da Bulgari a Menarini le aziende dove la parità di genere è realtà

Si può fare e si deve fare di più ed è possibile guardando ai casi virtuosi che esistono nelle aziende del nostro territorio, dove ‘parità di genere’ non sono solo tre parole messe in fila, ma qualcosa di concreto. Come accade per esempio da Bulgari, che fa parte del gruppo Lvmh, dove esiste un programma che aiuta le donne nel periodo della gravidanza prima di entrare in maternità, durante e poi nel momento del reinserimento in azienda. E’ stato anche istituito un fondo, che garantisce finanziamenti a chiunque in azienda, e spesso si tratta di donne, stia vivendo un momento economico difficile. Non solo. Tutti i dipendenti, uomini e donne, hanno due giorni di smart working a settimana, in modo da bilanciare la vita professionale e aziendale. “Bulgari - ha spiegato Laura Burdese, global vice president marketing e comunicazione della società – è un'azienda inclusiva e lo dimostra con i fatti, quotidianamente. In Toscana ha sede la manifattura dove produciamo accessori e pelletteria per un totale di 130 dipendenti. Il 59% sono donne. Inoltre, le due posizioni apicali più importanti, ovvero la general manager della nostra manifattura e la direttrice della boutique di Firenze sono appunto donne”.

Un altro caso virtuoso, raccontato durante l'iniziativa del festival della Toscana delle donne, è quello di Lilly Italia, dove da quattro anni non esiste più la differenza di stipendio tra uomo e donna, dove tutte le dipendenti ogni anno possono sottoporsi gratuitamente ad un check up medico gratuito, compresa la mammografia, e dove le donne che se lo meritano vengono promosse un giorno o una settimana prima di entrare in maternità. E poi c'è Menarini, che già dal 2011 ha creato l'asilo nido aziendale per i dipendenti, e che è guidata per il 70% da manager donne. Attenzione particolare alla parità di genere anche quella prestata da Ups e Snam Rete Gas, due realtà dove le donne sono ancora in minoranza ma per le quali è disponibile un welfare aziendale specifico. Senza ovviamente dimenticare Baker Hughes, che ieri ha ospitato l'evento e che da anni ormai lavora per valorizzare le risorse umane.

“Siamo convinti - ha detto Paolo Ruggeri, vicepresidente Baker Huges, Nuovo Pignone - che le diverse prospettive, competenze ed esperienze che uomini e donne portano con sé possono portare un impatto positivo nelle organizzazioni, migliorando la competitività e la performance. Per questo in Baker Hughes riconosciamo il valore della diversità di genere e lavoriamo costantemente per promuoverla all'interno della nostra azienda. Agire in questo ambito significa per noi supportare una cultura di lavoro inclusiva sia all’interno che all’esterno dell’azienda, sensibilizzando partner, clienti e le comunità dove operiamo”.

All'iniziativa sono intervenuti anche il sindaco di Firenze Dario Nardella, il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e Cristina Manetti, capo di gabinetto di Giani e ideatrice del Festival delle donne.“Credo sia importante - ha detto - parlare di empowerment femminile, di welfare aziendale che possa aiutare le donne a essere più partecipi nel mondo del lavoro e più libere di raggiungere ruoli apicali là dove sia meritato. Le Nazioni Unite hanno l’Agenda 2030 che, fra gli obiettivi principali, pone proprio questo”.