Lavoro domestico, quanto spendono i toscani per badanti e colf. A Firenze il dato più alto

Sono oltre 78mila le lavoratrici regolari che operano nella regione

Una badante al lavoro (foto Ansa)

Una badante al lavoro (foto Ansa)

Firenze, 7 marzo 2024 – Uno su quattro è italiano, quattro su cinque è donna, età media 50,4 anni. E' l'identikit del lavoratore domestico in Toscana secondo quanto emerge dal quinto rapporto annuale promosso da Domina. Nel complesso, all'anno 2022, i lavoratori regolarmente assunti in Toscana sono 78.139, di cui oltre il 56 per cento badanti, mentre le colf, in minoranza, sono il 43,9 per cento. Nello stesso anno hanno prodotto un valore aggiunto pari a circa 1,3 miliardi di euro, l'1,4 per cento del valore aggiunto regionale. Per la retribuzione di colf e badanti, tra stipendio, contributi e Tfr, le famiglie toscane spendono 708 milioni di euro l'anno (dato anche questo relativo al 2022). I datori di lavoro domestico della regione sono quasi 83.400.

Per quanto riguarda le caratteristiche del lavoratore, si registra una forte presenza di lavoratori italiani (28,3%) e dell’Europa dell’Est (36,3%). Elevata anche la presenza di asiatici (20,1%). Netta la maggioranza del genere femminile (87,1%). Il 31,7 per cento vive nella famiglia del datore di lavoro. Quest'ultimo ha un'età media di 67,2 anni ed è in prevalenza di genere femminile. Solo il 5,9 per cento ha cittadinanza straniera.

A Firenze la più alta presenza di colf e badanti

A livello provinciale Firenze detiene il primato in Toscana per la presenza di colf (35,1%) e di badanti (30,8%). In termini relativi, il capoluogo registra la maggiore incidenza di colf: 12,2 ogni 1.000 abitanti (media regionale 9,4) mentre per le badanti il primato va a Siena, con 15 badanti ogni 100 anziani (media regionale 13,5). Nella regione, in particolare nella provincia di Prato, si rileva una forte presenza di asiatici tra i domestici.

“I lavoratori domestici - commenta Lorenzo Gasparrini, segretario generale di Domina - rappresentano un numero importante in Toscana. Pensiamo che sia necessaria una riforma del settore capace di incentivare il lavoro regolare rispetto a quello sommerso. Solo così il settore potrà sviluppare a pieno tutte le sue potenzialità”.

Monica Pieraccini