Inflazione in rialzo, Toscana al +8,7%. Stangata da duemila euro a famiglia

Unc: “Siena tra le città toscane con il costo della vita più alto”

Inflazione in Toscana, in rialzo i prezzi dei beni energetici

Inflazione in Toscana, in rialzo i prezzi dei beni energetici

Firenze, 18 maggio 2023 – Dopo Liguria, Sicilia e Umbria, è la Toscana la regione dove l’inflazione tendenziale è più alta: secondo i dati Istat, ad aprile 2023 è al +8,7%, a pari merito con il Piemonte e superiore alla media italiana che si ferma al +8,2%. A marzo 2023 l’inflazione annua nella regione era del +8,3%. Tra le province con i maggiori rincari a livello nazionale c'è Firenze, dove l'inflazione è al +8,8%, e Livorno, al +8,5%. Secondo la classifica dell'Unione nazionale consumatori, c'è anche Siena tra le città italiane più care per costo della vita: con il +9,6% è la terza in Italia per inflazione dopo Milano e Bolzano. Per le famiglie della città del Palio l’aumento dei prezzi si traduce in una stangata da 2.164 euro annui per una famiglia tipo.

Nella classifica di Unc, in termini di aumento per costo della vita, c'è anche Grosseto, al sesto posto, con un'inflazione di aprile 2023 rispetto allo stesso mese 2022 del +9,4% e una spesa aggiuntiva di 2.119 euro. Massa Carrara è al 12esimo posto, con rincari annui da 2.074 euro, seguita da Firenze, al 13esimo, con 2.052 euro a famiglia. A Pistoia (19esimo posto), dove l'inflazione sfiora il +9%, i rincari stimati da Unc sono di 2.006 euro l'anno. Seguono Pisa, al 24esimo posto (+8,7% e stangata annua da 1.961 euro), Lucca e Livorno, entrambe al 29esimo posto (+8,5%, 1.916 euro di rincari), mentre Arezzo, al 49esimo posto, è l'unica città toscana in cui i rincari sono inferiori alla media nazionale (1.758 euro annui contro 1.783 euro), con un'inflazione che ad aprile 2023 è calcolata al +7,8%.

Perché l'inflazione aumenta

Secondo quanto spiega l'istituto nazionale di statistica, “ad aprile la fase di rientro dell’inflazione si interrompe, principalmente a causa di una nuova accelerazione della dinamica tendenziale dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (ovvero i carburanti per gli autoveicoli, i lubrificanti, i combustibili per uso domestico non regolamentati e l’energia elettrica sul mercato libero, ndr), il cui andamento riflette un aumento su base mensile del 2,3% (che si confronta con un -3,9% dell’aprile 2022)”. Nel settore alimentare, invece, va meglio: decelerano i prezzi del carrello della spesa.

Coldiretti Toscana: “Il rimbalzo dell'inflazione ci preoccupa”

“Il rimbalzo dell’inflazione ci preoccupa. La curva è tornata a salire. Significa che le misure attivate fino a qui non hanno ancora messo in moto le leve giuste. Ci siamo illusi", spiega Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.”Il dato regionale di aprile conferma che c’è un rimbalzo negativo e questo comporterà nuovi rincari per le famiglie e per le imprese. Frena, e questa è una buona notizia, il carrello della spesa nonostante ci siano ancora molte storture lungo la filiera dal campo alla tavola e molta disomogeneità da provincia a provincia. Per questa ragione è necessaria una maggiore vigilanza ed applicare, laddove è previsto, la legge contro le pratiche sleali a tutela dei consumatori e di chi produce”. Secondo Coldiretti Toscana, a causare il carovita sono principalmente l’accelerazione dei prezzi di trasporti (da 11,3 a 13%), ricreazione, spettacoli e cultura (da 3,8 a 4,5%), servizi ricettivi e di ristorazione (da 7,4 a 8,8%), i servizi di alloggio (da 10,3 a 17,4%) e pacchetti vacanza (da 12,3 a 23,4%). In ben quattro province il dato generale dell’inflazione è superiore alla media regionale: si tratta di Firenze (+0,8%) dove è cresciuta di più, Massa Carrara (+0,7%), Livorno (+0,7%) e Pisa (+0,6%). Giù invece l’inflazione che misura i prezzi dei generi alimentati e delle bevande analcoliche che decelera di 1,3 punti percentuali passando da 13,6% a 12,3% con differenze però sostanziali tra territorio e territorio. Fare la spesa costa di più a Grosseto (15,1%) mentre è ad Arezzo che le famiglie pagano di meno.