Burocrazia, per le piccole imprese una babele normativa

Cna Toscana: “Una pizzeria a taglio può vendere birra alla spina ad Arezzo, ma non a Firenze. Serve semplificare e razionalizzare il quadro normativo”

Firenze, 26 marzo 2024 – Una pizzeria a taglio di Arezzo o Siena che vuole vendere ai propri clienti birra alla spina o un caffè può farlo, purché ottenga il titolo per l'esercizio di vicinato.

Se la pizzeria è invece a Firenze, o a Pisa, o a Livorno, non può vendere birra alla spina né caffè, nemmeno se presenta il titolo di cui sopra. La stessa pizzeria a taglio non può in nessun modo usare dehors se si trova a Pisa, mentre è possibile in altre città toscane purché presenti una Scia del commercio e rispetti i vincoli di metratura e arredi richiesti dal comune.

Non solo: a Pisa e a Livorno l'attività artigianale di somministrazione non assistita di alimenti e bevande, ovvero la classica pizzeria a taglio, ma anche la gelateria, ha l'obbligo di usare arredi non coordinati per tavolini e sedie, mentre a Firenze e a Carrara c'è l'obbligo di usare stoviglie e tovagliati monouso.

Questi sono solo alcuni esempi evidenziati nell'indagine dell’Osservatorio burocrazia realizzata dalla Cna nazionale, nella quale si è analizzato l’impatto della riforma costituzionale del 2001 su otto mestieri (alimentare con consumo sul posto, installazione e manutenzione impianti fotovoltaici, tatuaggio, piercing, acconciatura, estetica, toelettatura di animali, meccatronica) e quasi 400 mila imprese. Che devono orientarsi in questa babele burocratica fatta di vuoti legislativi, normative assenti o profondamente differenti fra un comune e l’altro. Come per esempio nel caso della meccatronica. Per aggiornare la posizione da elettrauto o meccanico a meccatronico, come previsto dalla legge 224 del 2012, la Camera di commercio di Firenze ha fatto per esempio tutto da sola, in automatico, senza richiedere la presentazione di documenti da parte delle imprese, mentre il comune di Livorno ha richiesto la Scia al Suap e la comunicazione in Camera di commercio, per un totale di oltre 15 adempimenti tra attestazione dei requisiti morali e professionali, autorizzazione per emissioni di atmosfera, comunicazione per impatto acustico, prevenzione incendi se la superficie è maggiore a 300 metri quadrati, comunicazione per industria insalubre, eventuale Scia per l'insegna.

«Non c’è bisogno di essere all’interno di questo mondo - afferma Luca Tonini, presidente di Cna Toscana - per capire che lavorare per i nostri artigiani diventa difficilissimo. Se vogliamo evitare, in certi casi estremi, la chiusura di molte attività è necessario semplificare e razionalizzare il quadro normativo e regolamentare, aggiornare e riordinare le leggi di settore, a partire dal coordinamento dei percorsi formativi, assicurare l’interoperabilità delle banche dati pubbliche, dare risposte ai nuovi mestieri attraverso standard omogenei».

Alla presentazione dell'indagine, che si è svolta nell'auditorium della sede di Cna Toscana, in via Alamanni a Firenze, sono intervenuti, oltre al presidente dell'associazione, Marco Capozi, responsabile del Dipartimento relazioni istituzionali e sffari Legislativi di Cna, Antonio Chiappini, direttore di Cna Toscana, l'assessore regionale all'economia e turismo Leonardo Marras, il segretario generale di Unioncamere Toscana Mario del Secco e, in rappresentanza di Anci Toscana, il sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini.